Salta al contenuto della pagina

Subito un cessate il fuoco globale per contrastare la pandemia

Tre bambini yemeniti in piedi tra due edifici mostrano la mano aperta a cinque

Nonostante il cessate il fuoco adottato tre mesi fa da una risoluzione delle Nazioni Unite, almeno 21.347 persone sono state uccise in aree di conflitto.

Invece del cessate il fuoco, che avrebbe consentito ai Paesi e alle organizzazioni umanitarie di concentrarsi sulla lotta contro la pandemia di COVID-19, la violenza in corso ha continuato a crescere e sta spingendo milioni di persone sull'orlo della carestia indotta dal conflitto e ostacolando la battaglia contro l’epidemia.

ASCOLTA "CHILDREN OF WAR" - IL PODCAST.

Il podcast racconta le guerre più tristemente famose della storia attraverso gli occhi dei bambini che le vivono o le hanno vissute.

L’appello delle Organizzazioni


L’appello delle organizzazioni umanitarie esorta i capi di Stato riuniti oggi al Consiglio di Sicurezza a New York a rinnovare con urgenza la loro richiesta di un cessate il fuoco globale e ad accelerare la capacità di risposta al COVID-19 e l'accesso alle aree colpite da conflitti e crisi umanitarie. I gruppi armati hanno infatti continuato o addirittura aumentato i combattimenti, contribuendo a un aumento devastante dell'insicurezza alimentare e della probabilità di carestia causata dai conflitti.

Il pericolo di carestie


L'ONU ha emesso un avvertimento la scorsa settimana sul rischio di carestia indotta dal conflitto in Sud Sudan, Yemen, Repubblica Democratica del Congo e Nigeria nord-orientale. Gli impatti economici del COVID-19 hanno peggiorato l'insicurezza alimentare, circa 110 milioni di bambini in più soffrono la fame a livello globale a causa della pandemia.

In Sud Sudan l'aumento della violenza tra le comunità ha contribuito a far sì che quasi 6,5 milioni di persone, più della metà della popolazione del Paese, si trovassero ad affrontare livelli disastrosi di insicurezza alimentare. In Yemen, dove le organizzazioni umanitarie affrontano barriere estremamente impegnative per l'accesso ai più bisognosi, i civili continuano a cadere vittime di attacchi aerei e a soffrire alti livelli di insicurezza alimentare acuta. Nella Repubblica Democratica del Congo gli operatori umanitari sono stati recentemente attaccati e i livelli di fame nel distretto di Ituri sono aumentati a causa del conflitto in corso.

Le richieste delle organizzazioni

Le organizzazioni umanitarie hanno stilato una lista di richieste ai membri del Consiglio di Sicurezza e alla più ampia comunità internazionale. Ecco quali sono:

  • agire con urgenza per realizzare un’interruzione globale delle ostilità e una pausa umanitaria duratura, rinnovando l’appello per un cessate il fuoco per almeno altri 90 giorni; 
  • coinvolgere tutte le parti del conflitto armato, fornendo sostegno politico al Segretario Generale delle Nazioni Unite, ai suoi Inviati Speciali e ad altri attori della mediazione per portare avanti gli sforzi negoziali; 
  • accelerare la risposta internazionale al COVID-19 in aree di conflitto armato o colpite da crisi umanitarie, assicurando che il Piano di risposta umanitaria globale e gli appelli umanitari specifici per il singolo Paese siano completamente finanziati; 
  • garantire un aumento dell'impegno all’interno dei Paesi per facilitare meglio l'accesso ai più vulnerabili, sostenendo la sicurezza degli operatori umanitari e sanitari, i principi umanitari e il riconoscimento dell'impatto negativo sproporzionato della pandemia su donne, ragazze e ragazzi, persone anziane e persone con disabilità, rifugiati e sfollati interni.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche