La dipendenza internazionale dalle forniture di grano di Russia e Ucraina, può avere un impatto drammatico su famiglie e bambini nelle aree già fragili.
L’annuncio da parte della leadership talebana di una nuova sospensione delle classi delle scuole secondarie femminili, in attesa di ulteriori decisioni, lascia attoniti.
I danni a scuole e ospedali aumenteranno se i combattimenti continueranno, in particolare nelle aree popolate. Più di 300 strutture sanitarie sono in aree dove ci sono combattimenti o truppe militari, 600 entro 10km dagli scontri.
Annunciato oggi il nuovo bando congiunto con il Ministero dell’Istruzione per la partecipazione delle 60 nuove scuole nel prossimo biennio al progetto, che vanta la supervisione scientifica del CREMIT e la nuova collaborazione con l’Agenzia Ansa.
Da settembre l'Organizzazione ha raggiunto 913.000 persone, di cui 508.000 bambini, e fornito aiuti in denaro a più di 155.000 per evitare che ricorrano a misure disperate come rinunciare ai propri figli, sposare le figlie piccole o ridurre i pasti.
Come l’Ucraina, quella della Siria è una delle tante guerre che vede coinvolti oltre 450 milioni di bambini in tutto il mondo. L’Organizzazione chiede a tutte le parti in guerra di porre fine alla violenza per garantire un ambiente sicuro per i bambini.
Due pullman con un team specializzato nella protezione dei bambini e delle famiglie rifugiate hanno trasferito in Italia 21 bambini provenienti da un istituto per minori nei pressi di Kiev e 42 bambini con le mamme, per un totale di 92 persone.
Save the Children è impegnata in Ucraina, Romania e Polonia fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie e protezione in particolare ai bambini più vulnerabili.
Milioni di bambini nel mondo a rischio fame, salute mentale e povertà energetica. Anche in Italia rischia di aumentare il numero di famiglie in difficoltà a causa dell’aumento delle bollette.
L'Organizzazione chiede alle autorità di frontiera e alle organizzazioni umanitarie di mettere in atto misure per cercare di far rimanere i bambini con i genitori o i caregiver e di fornire supporto psicosociale.
L’Organizzazione internazionale e l’Agenzia delle Nazioni Unite distribuiscono beni di prima necessità come cibo, acqua, kit igienici e kit invernali, mascherine FFP2 e gel igienizzante, e condividono informative utili.
L’Organizzazione sta supportando più di 1.000 persone all’interno del Paese, costrette a fuggire dalle loro case. Di queste, circa il 60% sono madri con bambini piccoli e donne incinte.
L’Organizzazione si unirà domani alle migliaia di persone che parteciperanno a Roma alla manifestazione indetta dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per chiedere ancora una volta di fermare questo orrendo conflitto.