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Caldo estremo: i 5 aspetti dell’impatto sui bambini

visione di terreno secco e arido con asino che trasporta bidoni di acqua

Con l'aumento delle temperature in tutto il mondo, il caldo estremo mette a rischio la salute dei bambini e dei giovani. Ad esempio, per molti di loro l'accesso all’istruzione è sempre più difficile e la crisi climatica li rende sempre più ansiosi rispetto al futuro. In Italia, la probabilità di eventi estremi legati alla crisi climatica è aumentata del 9% in 20 anni e i più piccoli rischiano di subire in modo pesante i disagi che questo comporta.

5 aspetti dell’impatto del caldo estremo sui bambini

Le ondate di calore estremo che in questi giorni stanno investendo anche il nostro Paese, hanno un impatto pericoloso sul benessere di bambini e adolescenti. Ecco i cinque aspetti chiave che l’impatto diretto del caldo torrido ha sui bambini e sui giovani.  

  • 1. Impatto sulla salute 

Secondo uno studio di Lancet [1], più i bambini e le bambine sono esposti al caldo estremo, maggiore è il rischio di malattie respiratorie e renali, febbre, che possono alterare una serie di funzioni critiche, comprese quelle cardiache e neurologiche. Può anche causare grave disidratazione, esaurimento e colpi di calore, che se non trattati possono danneggiare rapidamente il cervello, il cuore, i reni e i muscoli, risultando in alcuni casi fatali.

Mantenersi idratati, stare al fresco e al riparo dal sole può ridurre le probabilità di ammalarsi, ma a volte questo non è possibile per tutti. Ad esempio, le bambine e i bambini colpiti da disuguaglianze, discriminazioni e conflitti sono particolarmente vulnerabili e hanno maggiori probabilità di non avere accesso a un'assistenza sanitaria di qualità. Tra questi ci sono anche i bambini rifugiati e sfollati, come i rifugiati Rohingya a Cox's Bazar in Bangladesh, che vivono sotto il caldo torrido in rifugi sovraffollati e congestionati fatti di teloni e bambù. Inoltre, questi bambini devono spesso affrontare l'epidemia di malattie trasmesse dall'acqua, come la diarrea e il colera, che mettono a rischio la loro vita.

  • 2. Interruzione dell'apprendimento scolastico 

Le recenti ondate di calore hanno provocato la chiusura delle scuole in tutto il mondo. Anche quando i bambini possono andare a scuola, il caldo può avere un significativo impatto sull'istruzione, con gli studenti che mostrano livelli inferiori di rendimento, compromettendo la loro concentrazione.

Come racconta Justina, 16 anni, dello Zambia "Quando fa così caldo, svengo, come mi è successo la settimana scorsa. Ero a scuola ed ero a disagio perché è accaduto in pubblico, davanti a tutti gli altri. Non so cosa mi sia capitato! Mi sono sentita soffocare, a causa del caldo". L'esposizione al caldo può esacerbare le disuguaglianze: gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito hanno maggiori probabilità di vivere in aree colpite dal caldo e di beneficiare meno di elementi di supporto, come l'aria condizionata. 

  • 3. Fame

In tutto il mondo, le perdite del raccolto e la morte del bestiame causate dal caldo estremo rendono il cibo inaccessibile per bambini, bambine e le loro famiglie e spesso determinano un aumento dei prezzi. Negli Stati Uniti, ad esempio, il caldo record sta attualmente minacciando i raccolti, mentre i Paesi a basso reddito stanno affrontando siccità e perdite del raccolto da anni. Nel frattempo, in una recente ondata di caldo in Bangladesh, le interruzioni di corrente hanno costretto i negozi a chiudere, con un crollo del reddito giornaliero di molte famiglie, rendendo così ancora più inaccessibile il cibo. 

  • 4. Disagio psicologico 

Secondo una recente ricerca [2], le calde giornate estive fanno aumentare il numero di persone che sperimentano forti disagi di carattere psicologico. Anche essere esposti continuamente a notizie sull'emergenza climatica in atto ha un impatto sul benessere psicologico dei bambini e dei giovani in tutto il mondo: il 70% dei bambini si ritiene preoccupato per il futuro che avrebbe ereditato dagli adulti. 

Una nostra consultazione condotta lo scorso anno, ha rivelato che l’84% dei giovani che hanno preso parte al questionario ha dichiarato di osservare un peggioramento nel benessere mentale di bambine, bambini e adolescenti dovuto alla crisi climatica e alle disuguaglianze. In un altro studio pubblicato sulla rivista Lancet, si rileva che oltre il 45% dei bambini e dei giovani tra i 16 e i 25 anni di 10 diversi Paesi ha dichiarato che le loro preoccupazioni riguardo alla crisi climatica influiscono negativamente sulla loro vita quotidiana.

  • 5. Impossibilità di giocare 

Per molti bambini, queste ondate di calore arrivano in concomitanza con la chiusura delle scuole per le vacanze. Gli avvisi delle autorità alla popolazione perché si eviti di uscire di casa, fanno sì che le bambine e i bambini restino soli e limitati nello svolgimento di attività fondamentali per il loro sviluppo fisico e mentale, come giocare con gli amici e fare esercizio fisico. Questo può anche comportare rischi per la protezione dei bambini.

La giornata più calda della storia

La Cina ha registrato domenica 16 luglio, la temperatura più alta di sempre, e quasi un terzo di tutti gli americani, più di 110 milioni di persone, tra cui più di 20 milioni di minori, negli ultimi giorni, hanno ricevuto segnalazioni d’emergenza relative al caldo eccezionale. Nello stesso momento, in Europa, il 3 luglio, si è verificata la giornata più calda delle storia. Il mese di luglio 2023 è riuscito a battere tutti i record, approfondisci nell'articolo dedicato.

Negli ultimi mesi si sono registrate temperature record in molti Paesi asiatici, che hanno avuto un impatto maggiore su bambini e bambine colpiti da povertà, disuguaglianze e discriminazioni. 

Il fenomeno climatico “El Niño” sta inoltre riscaldando alcune parti dell'Oceano Pacifico equatoriale, innescando eventi meteorologici estremi, tra cui ondate di calore, e probabilmente scatenerà un nuovo picco di riscaldamento globale.

Il caldo estremo in Italia

In Italia, i centri urbani sperimentano temperature più alte di 5-10°C rispetto alle aree rurali circostanti. Un dato importante se si considera che i centri urbani occupano più del 2% della superficie terrestre e in città viene consumato circa il 90% delle risorse prodotte nel mondo. 

Nella giornata più calda della storia mondiale, lo scorso 3 luglio, le temperature in alcune zone dell’Italia, come Sardegna e Sicilia, hanno raggiunto e superato i 46°. La crisi climatica sta rendendo questo tipo di eventi meteorologici estremi più frequenti e gravi anche nel nostro Paese, tanto che, nei primi cinque mesi del 2023 c’è stato un aumento del 134% rispetto all’anno scorso.

Non è caldo estivo, è crisi climatica!

Tutti noi stiamo vivendo un caldo infernale, ma per le famiglie e i bambini che vivono in ambienti piccoli, insalubri o sovraffollati, questa è un’emergenza. La crisi climatica è una vera e propria crisi dei diritti dell'infanzia e mette a rischio circa 1 miliardo di bambini, quasi metà della popolazione infantile mondiale, che vivono in Paesi ad alto rischio di subire gli impatti del cambiamento climatico e i minori già colpiti dalle disuguaglianze sono maggiormente a rischio. Scopri il nostro impegno:

Crisi climatica e ambientale

Chiediamo alle autorità di implementare misure di adattamento alle ondate di calore per scuole e sistemi sanitari, e includere l'educazione ambientale e al cambiamento climatico nei programmi scolastici in tutti i Paesi del mondo.

A livello globale, la crisi climatica rappresenta oggi una delle principali minacce per la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È tempo di avviare una giusta transizione ecologica, con interventi contro la povertà multidimensionale, le disuguaglianze, l'ingiustizia climatica e intergenerazionale. 

Per appronfondire leggi i comunicati stampa:

Comunicato stampa del 18/07/2023

Comunicato stampa del 19/07/2023

Note
[1] Watts N (et al), 2019. ‘The 2019 report of The Lancet Countdown on health and climate change: ensuring that the health of a child born today is not defined by a changing climate’. Lancet. 2019 Nov 16;394(10211):1836–1878.
[2] https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2789481

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