Giornata Alimentazione: i conflitti causa della fame per 63 milioni di bambini
Eyad AlTawil / Save the Children
Dei circa 118 milioni di bambini che hanno sofferto la fame nel mondo 2025, quasi 63 milioni, ovvero oltre la metà, sono stati costretti in questa situazione a causa dei conflitti.
Giornata Mondiale dell’Alimentazione
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione rilanciamo la nostra campagna di sensibilizzazione “Emergenza fame”, per richiamare l’attenzione sulla malnutrizione infantile, che dopo decenni di progressi ha subito una drammatica inversione di tendenza, come dimostrano questi dati:
- Abbiamo analizzato alcuni dati dell'Integrated Food Security Phase Classification (IPC), la principale autorità mondiale per il monitoraggio della fame ed è emerso che i conflitti sono stati una delle cause principali delle forme più gravi di fame nei bambini nel 2025: non siccità, eventi climatici estremi né da crisi economiche, ma sono le guerre a spingere alla fame i bambini e le bambine.
- Dei 18 milioni di minori che hanno sofferto la fame a livelli di emergenza in oltre 35 crisi (livello IPC 4+), 11 milioni, ovvero oltre 6 su 10, si trovavano in Paesi in cui i conflitti sono la principale causa di fame, evidenziando il ruolo della violenza e della guerra nelle peggiori crisi alimentari mondiali.
Basta riportare dalla teoria alla pratica questi dati e vederli applicati in contesti come in Sudan e nella Striscia di Gaza, dove il conflitto, unito a un accesso fortemente limitato degli aiuti, ha portato alla dichiarazione di carestia rispettivamente nel 2024 e nel 2025, questo vuol dire che i bambini si sono trovati ad affrontare le forme più estreme di fame: a Gaza sono oltre mezzo milione e in Sudan 638.000 persone, metà delle quali bambini che affrontano una fame catastrofica e sono a rischio di morte.
Inoltre, circa mezzo milione di bambini a Gaza e 3,8 milioni in Sudan sono stati individuati come a un passo dalla catastrofe nell'IPC4.
Conflitti: la principale causa della fame nel mondo
A livello globale, un bambino su sei vive in un'area colpita da conflitti, rispetto a circa il 10% di dieci anni fa.
I conflitti rappresentano ancora oggi la causa principale della fame nel mondo, con effetti profondamente distruttivi sulla possibilità delle persone di produrre o procurarsi cibo. Costringono intere famiglie a fuggire dalle proprie abitazioni e portano alla devastazione di terre coltivabili e infrastrutture essenziali. Nei contesti più gravi, la fame viene persino impiegata come metodo di guerra.
Il 2025 è stato un anno devastante: 63 milioni di bambini sono intrappolati nelle zone di conflitto più colpite al mondo mentre soffrono la fame. 11 milioni di loro sono in condizioni di emergenza: rischiano la vita ogni giorno, senza accesso a cibo o cure.
Nel XXI secolo, la carestia è causata dall’uomo e può essere prevenuta.
Emergenza Fame
“Nessun bambino dovrebbe morire di fame o malnutrizione. Senza cibo sufficiente e una corretta alimentazione, i bambini non possono crescere, imparare, giocare. Dovrebbero essere al sicuro, circondati dagli amici, seduti in un’aula scolastica, non costretti a preoccuparsi di cosa – o se – mangeranno. La comunità internazionale ha il potere e la responsabilità di porre fine alle crisi alimentari, intervenendo per fermare i conflitti che le alimentano, garantendo cure e protezione nei primi 1.000 giorni di vita di ogni bambino e bambina, il periodo più critico per la crescita durante il quale l’intervento può davvero fare la differenza – e costruendo sistemi alimentari e sanitari più resilienti. Porre fine alla fame richiede volontà politica per risolvere i conflitti e garantire un accesso umanitario illimitato.” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
Da oltre 100 anni forniamo supporto nutrizionale salvavita ai bambini, compreso supporto economico per rafforzare le reti di sicurezza a disposizione delle famiglie in crisi. Tra il 2022 e il 2024 abbiamo sostenuto 43,5 milioni di bambini e le loro famiglie in tutto il mondo per prevenire la malnutrizione, ma questo supporto è ora a rischio.