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Il fenomeno della migrazione dei minori

Famiglie e bambini migranti e rifugiati

Crisi climatica, conflitti, violenze e disuguaglianze continuano a far sì che lasciare il proprio Paese di origine sia una necessità per moltissime persone. Nel 2020, i migranti nel mondo erano circa 281 milioni di persone, il 3,6% della popolazione mondiale: di questi, circa 36 milioni sono minori.[1] Molti hanno perso genitori, fratelli, sorelle e amici. Hanno assistito ad atti di violenza indicibili.

I minori migranti giunti in Italia via mare, specialmente se arrivati soli, senza famiglia o un adulto di riferimento da cui poter ricevere tutela e accudimento, circa 6.000 da inizio anno a oggi [2], sono particolarmente vulnerabili e rischiano di diventare facile preda di sfruttatori e trafficanti, specie quando fuori dal circuito dell’accoglienza.

Minori Migranti: chi sono

I minori costituiscono circa un terzo di tutti i rifugiati e migranti che arrivano in Europa. Una percentuale significativa di questi minori in fuga da conflitti, disuguaglianze e instabilità nei Paesi dell'Asia meridionale, centrale e occidentale, arriva attraverso la rotta dei Balcani, che insieme alla rotta del Mediterraneo orientale va verso l'Europa occidentale e settentrionale. I Paesi sulla rotta balcanica, tra cui Grecia, Bulgaria e Croazia, membri dell'UE, sono principalmente Paesi di transito, lungo il percorso per raggiungere i Paesi dell'Europa occidentale. A fine aprile 2023, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia erano 20.681, di cui 4 mila bambine e bambini fino ai 14 anni. 

I minori migranti sono bambini, bambine e adolescenti che lasciano il loro Paese per varie ragioni, volontariamente o involontariamente, con o senza genitori o adulti legalmente responsabili per loro. Inoltre, è opportuno distinguere tra:

  • I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono minorenni che sono privi dell’assistenza di entrambi i genitori e/o da altre figure legalmente responsabili.
  • I minori separati sono coloro che sono separati da entrambi genitori o dai loro tutori legali ma non necessariamente da altri parenti. 

Principali rotte migratorie: la rotta balcanica

Sono tanti i racconti dei minori stranieri non accompagnati, a volte poco più che bambini e bambine, che parlano delle atrocità subite o a cui hanno dovuto assistere, ad esempio lungo la rotta balcanica. Quotidianamente accade alla Frontiera Nord d’Italia, attraverso la quale i minorenni stranieri non accompagnati, entrano in Friuli-Venezia Giulia, a piedi dalle montagne carsiche o lasciati in strada dai passeur. Ma accade anche nei luoghi di sbarco, specie nel Sud Italia, da cui i minori non accompagnati raggiungono il Nord, passando ad esempio da Ventimiglia, in Liguria. [3]

Sono state almeno 5.756 le persone respinte nel corso del 2022 alle frontiere europee, denuncia la coalizione di enti non profit europei Protecting Rights at Borders

L’aumento dei minori che rimangono sul territorio è confermato dal censimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: se al 30 aprile 2022 i minori stranieri non accompagnati presenti nelle strutture erano 14.025, un anno esatto dopo erano ben 20.681. Al netto dei minori provenienti dall’Ucraina (3.906 nel 2021 e 4.706 nel 2022), il dato complessivo delle restanti nazionalità è comunque aumentato di oltre il 50%.

Principali rotte migratorie: il Mediterraneo centrale

Il Mar Mediterraneo continua a essere una delle tratte più pericolose del mondo, attraverso la quale si consumano viaggi che purtroppo hanno troppo spesso un esito letale, per uomini, donne e spesso bambini anche piccolissimi.

In Italia, negli ultimi dieci anni sono arrivati via mare da soli, oltre 112.000 minori stranieri non accompagnati (MSNA) [4], prevalentemente adolescenti e preadolescenti, ma non di rado anche bambini, con una media di 15mila presenze annue. Solo quest’anno, fino a metà giugno, sono stati 6.000 i minori senza genitori e figure adulte di riferimento arrivati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo.

Come emerge dai dati relativi a Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (OIM), dal 2014 ad oggi quasi 27mila persone persone hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale (oltre 1.600 solo nel 2023) , tra le coste africane e l’Italia, molti di loro bambini, anche piccolissimi, come le quattro vittime giunte a Lampedusa a fine ottobre, tutte sotto l’anno di età. [5]

Il fenomeno della migrazione di minori in Italia

A partire dagli anni ‘90 il fenomeno della migrazione di minori non accompagnati in Italia ha assunto proporzioni sempre più rilevanti, rivelandosi negli ultimi due decenni in tutta la sua complessità. Nei decenni sono cambiate le nazionalità prevalenti e le rotte migratorie, elementi che dipendono in larga parte dagli accadimenti geopolitici e climatici del mondo che ci circonda. 

Da quel momento la strada che ha portato all’attuale sistema di accoglienza è stata costellata di tentativi, sperimentazioni e sovrapposizioni, che la legge 47 del 2017, che istituisce un sistema di protezione dedicato ai minori stranieri non accompagnati, mira a risolvere. La legge 47 è una legge di iniziativa parlamentare approvata con un ampio consenso, che è stata fortemente voluta da noi di Save the Children e da altre organizzazioni attive per i diritti umani. La legge è stata riconosciuta come un modello dalle istituzioni europee per le innovazioni che introduce nell’ordinamento. 

Nonostante i minori non accompagnati siano quindi una presenza regolare nel nostro Paese, non sono mai stati creati i centri governativi di prima accoglienza previsti dalla legge. 

Luci e ombre del sistema di accoglienza in Italia

Nonostante ciò, negli ultimi anni, il numero delle strutture dedicate alla prima accoglienza dei minori si è ridotto, con un conseguente prolungamento della permanenza presso gli hotspot o, addirittura, in strutture temporaneamente dedicate allo scopo presso le aree di sbarco. Anche i Centri di Accoglienza Straordinaria, che dovrebbero rappresentare la soluzione di ultima istanza, contavano al 31 dicembre 2021 soltanto 519 posti. Guardando al trend relativo ai posti finanziati nei CAS dal 2018 al 2021, appare evidente che l’intento di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo è stato via via disatteso, sino a concentrare in Sicilia e in Calabria la quasi totalità dei CAS minori attivi a fine 2021. [6]

Lo scenario attuale del sistema di prima accoglienza in Italia, presenta diverse criticità e tra le principali evidenziamo:

  • Mancanza di un vero e proprio sistema di accoglienza, con un centro per ogni Regione che risponda agli standard previsti dalla Legge.
  • Insufficienza dei posti in prima accoglienza rispetto al numero degli arrivi, che determina anche un elevato numero di minori che rimangono «su strada» in attesa di un collocamento in un luogo sicuro.
  • Carenze nel un coordinamento fra le istituzioni competenti e i servizi
  • Permanenza dei minorenni presso aree di sbarco e hotspot, luoghi inadeguati a loro, e nei centri di prima accoglienza oltre il limite dei 30 giorni previsti da norma.

Guardando i dati sui minori stranieri non accompagnati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il 2022, se il 52% di giovani ha lasciato i sistemi di accoglienza per passaggio alla maggiore età, e il 10% per motivi quali l’affido, il rintraccio dei genitori o di adulti legalmente responsabili, il rimpatrio volontario e assistito o la relocation una percentuale significativa pari al 38% esce dalle strutture per allontanamento volontario. [7] Si tratta di dati molto interessanti perché potrebbero riguardare minori che scivolano nei mercati dell’illecito o del lavoro in nero cadendo nelle reti di trafficanti e sfruttatori. [8]

  • Il 3,6% della popolazione mondiale sono migranti e il 13% circa è costituito da minori. 
  • Il 39% dei minori migranti si trova in Asia, il 20% in Europa e il 18% in Africa. [9]

Questi bambini e adolescenti hanno bisogno di sicurezza e di una possibilità di ricostruire la propria vita. Ci impegniamo in prima persona nell’assistenza e protezione dei minori migranti e rifugiati, intervenendo nei paesi di partenza, transito e destinazione.  Scopri cosa facciamo per i Minori migranti.

GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO: IL REPORTAGE SUI MINORI MIGRANTI

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, abbiamo lanciato una campagna social insieme al teaser di un reportage realizzato in collaborazione con Torcha: una narrazione potente in 3 tappe con interviste alle ragazze, ai ragazzi e agli operatori di Save the Children in diversi luoghi simbolo: da Lampedusa, passando dalla frontiera di Ventimiglia, per finire a Catania, al centro Civico Zero. 

Guarda il video completo del viaggio che tanti ragazzi e ragazze migranti compiono una volta arrivati in Italia, tra speranze, ostacoli e le molteplici sofferenze dei minori stranieri non accompagnati. 

Continua ad approfondire l'argomento:

Note:

[1 ; 9] Unicef https://data.unicef.org/topic/child-migration-and-displacement/migration/#data

[2] https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2023-06/cruscotto_statistico_giornaliero_14-06-2023.pdf

[3] Comunicato stampa Save the Children

[4] Elaborazione su dati del Ministero dell'Interno 

[5] https://missingmigrants.iom.int/

[6] https://datahub.savethechildren.it/

[7] Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) in Italia. Rapporto di approfondimento semestrale. Dati al 31 dicembre 2022

[8] Nascosti in piena vista 2023 - Frontiera Sud

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