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L’impatto della guerra in Ucraina sulla salute mentale dei bambini

psicologa nei campi estivi con i bambini ucraini

Un anno fa, il conflitto che è degenerato in una vera e propria guerra ha cambiato drasticamente la vita di milioni di bambine e bambini in Ucraina, incidendo anche sulla loro salute mentale.

Nelle toccanti righe che compongono questa lettera, la psicologa del campo estivo che sostenevamo in Polonia, ci racconta della sua esperienza lavorativa accanto alle bambine e i bambini Ucraini fuggiti dalla guerra e della paura che li accompagna: “Mi chiamo Maria, sono una psicologa ucraina che lavora con un'organizzazione partner di Save the Children in Polonia. Voglio parlarvi del lavoro con i bambini che sono fuggiti dalla guerra in Ucraina.”

Il trauma dei bambini ucraini sopravvissuti alla guerra

 “Il trauma che vedo nei bambini è terribile. È un tipo di trauma molto diverso, un trauma nascosto. I primi giorni dopo la fuga dalle loro città in Ucraina, come Mariupol, Izium, Dobropillia, i bambini non dicevano nulla. Stavano seduti in silenzio.”

I bambini non causano o iniziano le guerre, ma è innegabile che ne siano le vittime più vulnerabili. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, si conta che i bambini abbiano trascorso nascosti nei bunker più di 900 ore, l’equivalente di 38,3 giorni, più di un mese.

“Non c'è niente di peggio del silenzio dei bambini", continua Maria, “lavoro con diversi ragazzi molto giovani che, quando sentono certe parole che ricordano la guerra, o che ricordano la loro città natale, si ammutoliscono e fissano il nulla. Solo creando attività di gioco con altri bambini posso aiutarli a parlare dei loro sentimenti. Altrimenti, restano in silenzio.”

“I bambini rimangono intrappolati da soli nella loro paura: non possono parlarne, nemmeno con la madre o il padre, non è possibile parlarne con un amico. Ma in un gioco con uno psicologo possono discuterne, e allora diventa più comprensibile e accettabile per loro e possono aprirsi di più.”

L’importanza del supporto psicologico

“Aiutare i bambini a riprendersi dal trauma silenzioso della guerra è molto importante, perché se non vengono aiutati può avere un impatto sulla loro vita e sul loro futuro. I bambini possono diventare ansiosi e aggressivi. I traumi emotivi possono manifestarsi con sintomi fisici e, peggio ancora, possono indurre i bambini ad atti di autolesionismo. Nessun bambino dovrebbe mai vivere una situazione del genere.” Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su cinque che vive un conflitto è ad alto rischio di incorrere in qualche forma di disturbo mentale, con sintomi sempre più gravi a mano a mano che le ostilità si protraggono. 

"Non parliamo del trauma con i bambini. Ma facciamo intendere che ora sono al sicuro. Uso giochi e training psicologici speciali e spesso propongo ai bambini di disegnare, che è una tecnica proiettiva. Quando i bambini sono in silenzio, spesso è più facile per loro disegnare la situazione o creare immagini per esprimere come si sentono. Poi parliamo ai bambini dei loro disegni e questo li aiuta ad aprirsi un po' concentrandosi sull'immagine. Aprirsi con uno psicologo, aprirsi con gli insegnanti e tra di loro è molto importante. I bambini vengono da me, mi prendono la mano e dicono: "Guarda, questo è il mio disegno. Guarda cos'è". Soprattutto, il calore e l'attenzione che ricevono quando parlano è fondamentale, perché vedono che sono importanti e preziosi.”

Rompere il silenzio: la terapia come strumento per superare il trauma

Ogni giorno, le bambine e i bambini in Ucraina sono esposti a gravi violazioni e continuano a essere in pericolo. Violenza sessuale, bombardamenti, ferite o morte a causa ordigni esplosivi, torture, distruzione di ospedali e scuole, costituiscono ormai una tragica normalità per il Paese.

Nella sua lettera, Maria ci racconta della sua esperienza con due ragazze fuggite da tutto questo, ribadendo l’urgenza di intervenire in supporto ai più piccoli in attesa che la pace venga ristabilita.

“Quando ho incontrato due ragazze adolescenti di Dobropillia, non hanno parlato affatto. Sono rimasta con loro più a lungo della durata della sessione e ho continuato a sedermi, a parlare e a prestare attenzione perché avevano davvero bisogno che il loro dolore e la loro paura fossero ascoltati. Dopo il silenzio, sentire i bambini parlare, aiutarli a trovare la loro voce è molto speciale, anche quando si sente l'orrore che hanno vissuto. Come psicologa, questo tema mi sta molto a cuore. Anche la mia voce trema un po' quando ne parlo, perché desidero davvero la pace per tutte le bambine e i bambini ucraini. Amo molto l'Ucraina. Io stessa provengo dalla città di Mariupol e questo è un argomento che mi emoziona molto. Parlando con tanti bambini, so che hanno una cosa in comune: vogliono davvero tornare a casa. 

Purtroppo non possiamo fare in modo che questo accada, ma con il vostro aiuto possiamo sperare di aiutarli a riprendersi dai loro traumi nascosti, aiutarli a liberarsi dal silenzio e a sentirsi di nuovo al sicuro. Grazie di cuore, Maria.

Bambini sotto attacco: la nostra campagna 

Lavoriamo ogni giorno per fornire alle bambine e ai bambini che vivono nelle zone di conflitto un sostegno immediato e a lungo termine per ricostruire le loro vite. Nell’arco di un anno di guerra in Ucraina, per aiutare i bambini e le loro famiglie arrivati in Italia, abbiamo attivato una serie di risposte emergenziali. Leggi l'articolo per conoscere i nostri interventi in un anno di guerra in Ucraina. 

Alla vigilia del primo anniversario dell’escalation del conflitto in Ucraina, abbiamo lanciato la campagna Bambini sotto attacco affinché i governi e le organizzazioni internazionali diano priorità alla protezione dei minori e al loro benessere.

Questo significa garantire assistenza sanitaria, accesso all’istruzione, sostegno psicologico e programmi per consentire il loro recupero e la loro resilienza. Firma anche tu la nostra petizione

Leggi anche il RapportoUn pesante tributo: l'impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina", con dati e testimonianze che denunciano il drammatico impatto fisico e psicologico della guerra sui bambini e le gravi conseguenze sulla loro crescita.

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