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Le voci dei dialogatori: l'esperienza al Villaggio Save the Children ad Expo

Le voci dei dialogatori: l'esperienza al Villaggio Save the Children ad Expo

Come di consueto, vogliamo raccontarvi il nostro lavoro attraverso la testimonianza diretta di chi lavora ogni giorno per raggiungere il maggior numero di bambini possibili. Oggi pubblichiamo la testimonianza di Debora, una dei nostri dialogatori.

Mi chiamo Debora Cirsone sono pugliese e adoro la mia terra, nonostante sia stata avida con me sotto l'aspetto lavorativo.

A inizio anno ho deciso di cambiare la mia vita cercando il mio futuro qui a Milano. È stato sorprendente, come in poco tempo sia riuscita, non solo a trovare lavoro, ma anche uno dei più bei lavori che mi potessero capitare. Ho iniziato un percorso lavorativo e sociale nel mondo di Save the Children.

Lavorare per questa grande organizzazione mi fa sentire ogni giorno molto fortunata, perché mi permette di dare la possibilità a tantissimi bambini di avere un futuro. Il mio ruolo come dialogatrice in Save the Children mi permette ogni giorno di incontrare tantissime persone. Quando lavoro, mi immedesimo nelle situazioni di tanti bambini, che nel frattempo rischiano la vita e questo mi da motivo in più per credere in quello che faccio, tanto da trasmetterlo a chi mi sta di fronte.

Tanti si fermano volentieri a parlare con noi, altri ci passano attraverso come se non esistessimo, ma il bello è proprio questo, vedere anche le persone più scettiche cambiare idea ed iniziare ad aiutare un bambino con un sostegno a distanza e infine ringraziandoti anche per avergli dato l' opportunità.

Non dimenticherò mai le persone che si sono commosse ascoltandomi e altre che avevano la pelle d'oca. Con il tempo ho acquisito più consapevolezza di quello che sto facendo, un giorno mi sono detta: "cavolo! salvo bambini!" per ogni donazione fatta ho contribuito alla salvezza e al futuro di un bambino, motivo per il quale torno a casa con il sorriso stampato sul volto.

In più, da maggio, ho avuto anche la possibilità di lavorare in Expo, in un padiglione interamente dedicato e donato a Save the Children, dove è stato ricreato un villaggio tipico, al cui interno le persone vivono esperienze, sensazioni e odori tipici dei villaggi nelle varie parti del mondo, accompagnati da video dimostrativi, con storie di bambini in situazioni difficili.

Il visitatore, durante tutto il percorso, vive metaforicamente le situazioni in cui si può trovare un bambino nato in un contesto difficile. L'obiettivo del visitatore è quello di cambiare idealmente la sua storia e concludere il percorso con un lieto fine. Avere l'opportunità di lavorare con una grande organizzazione come Save the Children e in un grande evento come Expo, è sicuramente un'occasione professionale di un certo valore.

Chiunque sia entrato nel nostro padiglione, ne è uscito soddisfatto, a molti chiedo di dare un voto e il voto più basso ricevuto è un 8 su 10, non male direi! Tantissime persone conoscono la nostra organizzazione, ma è capitato anche che qualcuno non la conoscesse, ricordo un giorno in particolare, in cui una signora si è avvicinata e mi chiede cosa stessimo "vendendo", ovviamente le spiegai chi siamo e di cosa ci occupiamo, poi la invitai gentilmente ad entrare nel nostro padiglione, per fare il percorso con una guida, che le avrebbe spiegato tutto, lei mi guardò e chiese espressamente di farlo con me.

Mi destabilizzò un pò ma accettai. Alla fine del percorso, mi prese la mano e commossa mi disse: "ma perché non vi ho conosciuto prima!? Fate un lavoro grandioso!" Decise ovviamente di sostenere un bambino a distanza e dopo innumerevoli ringraziamenti, andò via con la foto del bambino, stretta sul petto. Mi rese particolarmente felice.

Ne vivo tante di esperienze bellissime in Expo, con tantissime persone, non so perché, torno a pensare a questa in particolar modo. Più passa il tempo più adoro il mio lavoro. Grazie a Save the Children ho potuto conoscere persone straordinarie come i miei colleghi Tian e Silvia che mi hanno dato supporto appena arrivata, in una città dove non conoscevo nessuno.

Insieme abbiamo superato momenti difficili e con alti e bassi siamo riusciti a creare un bel legame. Sono stati i miei punti di riferimento sia lavorativamente, sia come persone amiche di cui potevo fidarmi. Un benvenuto ai nuovi dialogatori arrivati, con i quali si sta creando un buon feeling lavorativo.

Un ringraziamento particolare alla nostra team leader, che con il suo arrivo ha reso possibile anche l'impossibile. Una sua frase che porto con me ogni giorno del mio lavoro : "il nostro lavoro è come il lavoro del chirurgo, la vita di un paziente è nelle sue mani, tutto dipende da lui, la stessa cosa è per noi, solo grazie a noi quel bambino potrà avere un futuro e noi lo rendiamo possibile".  

Per saperne di più su come diventare dialogatore di Save the Children visita la pagina dedicata al Face to Face