Salta al contenuto della pagina

Le voci dei volontari: "ti voglio bene anche se mi fai confondere"

Le voci dei volontari: "ti voglio bene anche se mi fai confondere"

Il volontariato non è solo donare tempo ed energie. Volontariato è scambio, crescita personale ed emotiva. È sempre importante mettersi in discussione e trovare il giusto approccio alla comunità.

Non si può far da soli ma un team di educatori e volontari che lavora bene insieme ha un potenziale immenso. “Ti voglio bene anche se mi fai confondere” scrive un bambino a Michela nostra volontaria al Punto Luce di Catania. Da questo bigliettino, Michela ne trae un grande insegnamento, ecco la sua esperienza:

Sono un giovane medico, coltivo l’obiettivo di poter dedicare la mia vita professionale alla neuropsichiatria infantile, e mi sono avvicinata alle attività del punto luce quando ancora non avevo trovato nessuna forma di impiego, per assecondare la mia esigenza di utilizzare in maniera utile il mio tempo libero.

Avevo sempre seguito prima di allora le attività di Save the Children sostenendola con piccole donazioni, ma l’idea di essere impegnata attivamente in un suo progetto, peraltro dedicato a servire e migliorare la mia città, mi entusiasmava parecchio.

Il mio entusiasmo è cresciuto a dismisura dopo aver ricevuto il benestare da parte di Agnese, la responsabile del Punto Luce, per poter iniziare la mia attività: avrei dovuto collaborare con gli operatori del centro per aiutare i bambini nello studio delle materie scolastiche.  

Il primo incontro con i bambini non è stato semplice, perché non avevo nessuna esperienza di gestione di gruppi di piccoli, e mi affannavo inutilmente a correre da una postazione di studio ad un’altra, nel tentativo vano di aiutare tutti coloro i quali richiedevano aiuto, ma con il reale risultato di aiutarne soltanto alcuni e non benissimo!

Con il tempo, ho imparato a conoscerli ad uno ad uno, e ho capito che il migliore modo per essere loro utile era dare un supporto quanto più possibile calibrato sulle loro reali esigenze, soffermandomi di più vicino a coloro i quali presentassero delle difficoltà oggettive nella lettura, nel calcolo o nella scrittura.

Le soddisfazioni e le gioie non sono tardate ad arrivare, e più cresceva la quantità di ore passata nel centro, maggiore diventava la mia capacità di discernere quanto e come aiutare ciascuno dei piccoli, arrivando a volte alla felice conclusione che bastassero soltanto alcune parole di incoraggiamento, aggiunte a chiare manifestazioni del mio reale interessamento per loro, per metterli nelle condizioni di raggiungere i migliori risultati possibili.

Dopo circa un mesetto e mezzo dall’inizio della mia attività, ho trovato un lavoro che mi obbligato a sospendere temporaneamente la mia collaborazione presso il centro, ma non vedo l’ora di poter ritornare dai bambini: mi manca la loro curiosità per le cose belle e strane, la loro energia preziosa, la loro determinazione, i loro sguardi soddisfatti dopo un’addizione svolta correttamente, i loro abbracci di gratitudine e di affetto e la loro ricerca di abbracci, i loro bigliettini pieni di cuoricini e di parole sincere.

E a proposito di bigliettini pieni di cuoricini e parole sincere, non potrò mai dimenticare una delle bimbe del centro la quale, un giorno, dopo un mio lungo e affaticato tentativo di farle comprendere che cosa fossero le unità di misura, ha abbassato i suoi occhi chiari e intelligentissimi, ha strappato un pezzo di carta dal suo quaderno, si è nascosta e ha scritto a caratteri giganti “Ti voglio bene, anche se mi fai confondere”, consegnando poi il bigliettino all’interno della mia mano. Spero di potermi riconnettere alle attività del centro al più presto e in maniera stabile!

Il mio sogno per il futuro è di poter riuscire ad affiancare sempre la mia professione al servizio di volontariato e credo che tutti i medici dovrebbero ambire a supportare progetti analoghi per poter partecipare attivamente ad azioni di “redistribuzione” della salute, che deve intendersi sempre come uno stato di benessere non solo fisico e psichico, ma anche sociale.

Dal mio punto di vista, un centro come il Punto Luce, in grado di offrire servizi di assistenza allo studio, laboratori culturali di vario genere, sportelli di consulenza per migliorare le competenze genitoriali, attività sportive gratuite e molto altro, può e deve essere considerato un centro dispensatore di salute, dotato di grandissime potenzialità di indurre una vera e duratura promozione sociale.

Per scoprire come essere un volontario di Save the Children visita la pagina dedicata.