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Territori Palestinesi Occupati: com’è nata la questione palestinese

Edificio distrutto nei Territori palestinesi occupati e sullo sfondo persone

Il 14 maggio del 1948, di cui a breve cadrà l’anniversario, in seguito alla Dichiarazione d’Indipendenza Israeliana, scoppiava la prima guerra tra Palestina ed Israele, conclusasi con la vittoria e l’insediamento dello Stato d’Israele. Da allora, diverse altre guerre hanno tormentato l’area e le popolazioni che vi vivono. Ma qual è la situazione attuale dei Territori palestinesi occupati?

Dopo oltre 50 anni di occupazione da Israele dei territori palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, i bisogni umanitari rimangono enormi: circa 2,45 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria nei Territori palestinesi occupati. 

Cosa sta succedendo nei Territori palestinesi occupati

I Territori palestinesi occupati (OPT), costituiti dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono occupati da Israele dal 1967.

La principale causa della crisi di protezione e dei relativi bisogni umanitari nei Territori palestinesi occupati è l'occupazione militare del governo di Israele: i palestinesi stanno affrontando una crisi umanitaria, di protezione e di diritti umani senza precedenti, i cui fattori principali sono la sistematica negazione dei diritti umani dei palestinesi, il continuo conflitto e le frequenti esplosioni di violenza.

Il blocco israeliano della Striscia di Gaza, che dura da 15 anni, e la politica di insediamento in corso in Cisgiordania sono altri fattori chiave che hanno contribuito a far sì che almeno 2,9 milioni di palestinesi, il 50% dei quali sono bambini e bambine, vivessero costantemente il rischio di conflitti e violenze, sfollamenti e negazione dell'accesso ai mezzi di sussistenza. Il blocco di Gaza, è uno degli impatti più duri del conflitto nei Territori orientali e punisce gli abitanti di Gaza con quella che è stata descritta come la più grande prigione a cielo aperto del mondo. 

Nella Striscia di Gaza da martedì 10 maggio arrivano le notizie di nuovi attacchi aerei israeliani. Una nuova escalation di violenza nella Striscia di Gaza, che colpisce anche il sud di Israele, sta minacciando la sicurezza di bambini bambine. Leggi il nostro articolo e scopri di più sulla Nuova escalation di violenza a Gaza.

Striscia di Gaza: le conseguenze del blocco

15 anni di blocco terrestre, marittimo e aereo e quattro grandi conflitti hanno avuto un grave impatto sull'ambiente, le infrastrutture, i servizi e le prospettive di vita di base nella Striscia di Gaza, privando più di un milione di bambini e bambine palestinesi dei loro diritti fondamentali. La divisione tra l'Autorità Palestinese e le autorità de facto di Gaza ha ostacolato in modo significativo gli sforzi di costruzione dello Stato e ha contribuito in modo sostanziale alla frammentazione della Cisgiordania da Gaza.

Negli ultimi anni, la situazione è stata esacerbata dai tagli agli aiuti complessivi e aggravata dalle misure adottate dall'Autorità Palestinese. Il blocco imposto da Israele ha paralizzato l'economia e i servizi di base, tra cui la sanità e l'istruzione. Le pressioni combinate stanno avendo un impatto devastante sull'economia e su quasi tutti i servizi critici, compresi i medicinali, le forniture alimentari e l'istruzione. 

I diritti negati dei palestinesi in Cisgiordania

I palestinesi in Cisgiordania sono soggetti a un complesso sistema di controllo composto da barriere. Le barriere fisiche riguardano il muro di separazione, i checkpoint, i blocchi stradali. Le barriere burocratiche, invece sono i permessi e le chiusure aeree. Il sistema di controllo a cui sono sottoposti i Palestinesi in Cisgiordania ne limita il loro diritto alla libertà di movimento, minano i mezzi di sussistenza e aumentano la dipendenza dagli aiuti umanitari. [1] I palestinesi possono costruire legalmente solo in meno dell'1% dell'Area C [2] - e anche all'interno di questo 1%, i permessi sono per lo più rifiutati dalle autorità israeliane.

Molti palestinesi in tutta la Cisgiordania si sentono anche a rischio di sfollamento e/o trasferimento forzato a causa di un ambiente coercitivo generato dalle politiche israeliane. Di fatti, i palestinesi della Cisgiordania raccontano alle agenzie delle Nazioni Unite e alle ONG internazionali che continuano a subire minacce alla loro vita, alla loro sicurezza fisica e alla loro libertà a causa delle politiche e delle pratiche legate all'occupazione israeliana, che hanno un grave impatto sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali del popolo palestinese. Queste pratiche includono la demolizione, o la minaccia di demolizione, di case, scuole e rifugi di sostentamento a causa della mancanza di permessi di costruzione che, come già detto, sono quasi impossibili da ottenere. 

Nei Territori Palestinesi Occupati, sono stati segnalati e verificati episodi di negazione dell'accesso umanitario. Si registra il secondo più alto numero di incidenti di questo tipo, con 1.582 negazioni all’accesso umanitario registrati nel 2021. [3]

La situazione dei bambini nei Territori Palestinesi Occupati

La situazione economica, sociale e politica di oltre 50 anni di occupazione da parte di Israele, sommate ai conflitti in corso, hanno continuato ad avere gravi implicazioni per i minori. 

Le bambine e i bambini della Striscia di Gaza che hanno bisogno di accedere a cure mediche specialistiche al di fuori di Gaza devono richiedere un permesso. Tuttavia, nel 2021, circa il 38% dei permessi per attraversare il valico di Erez, l'unico punto di attraversamento praticabile, è stato registrato come ritardato o negato, con conseguenze per 933 bambini e 648 bambine.

Per comprendere meglio l’attuale situazione dei bambini nei Territori Palestinesi Occupati, ecco alcuni punti:

  • Circa 2,45 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria negli OPT, e 1,2 milioni di loro sono bambini/e. [4] 
  • I rapporti provenienti dagli OPT e da Israele mostrano che 1.216 bambini/e sono stati vittime di uccisioni o menomazioni, di cui 1.207 palestinesi e 9 israeliani.
  • Tra questi, 88 bambini/e sono stati registrati come uccisi, 59 dei quali da attacchi aerei effettuati dalle forze israeliane durante l'escalation delle ostilità a Gaza nel maggio 2021. 
  • 1,3 milioni di bambini/e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono esposti a restrizioni di movimento, minacce regolari da parte dei coloni, molestie ai posti di blocco e intimidazioni mentre si recano a scuola. Bambini e bambine di appena 12 anni vengono arrestati e detenuti militarmente da Israele.

I Territori Palestinesi Occupati rientrano nella lista dei 10 Paesi peggiori in cui vivere per i bambini: sono circa 449 milioni le bambine e i bambini che nel 2021 hanno vissuto in aree di conflitto. L’Afghanistan, insieme a i Territori Palestinesi Occupati nel 2021 hanno registrato il più alto numero di bambini uccisi o mutilati a causa dei conflitti. Approfondisci la nostra campagna Bambini sotto attacco, e leggi l’articolo Save the survivors: storie di bambini che vivono in guerra. 

I bambini palestinesi e gli attacchi all’istruzione

Quasi mezzo milione di bambini e bambine palestinesi non può accedere a un'istruzione di qualità in un ambiente sicuro e a misura di bambino: demolizioni di scuole, confisca di attrezzature, restrizioni di movimento, doppi turni, attacchi delle forze israeliane vicino alle scuole o al loro interno con l'uso di munizioni vere e gas lacrimogeni, incapacità di dare priorità all'istruzione e finanziamenti insufficienti sono solo alcuni degli ostacoli principali.  

I bambini e le bambine palestinesi ci hanno già detto che i pericoli che affrontano quando vanno e tornano da scuola in Cisgiordania negano loro il diritto all'istruzione. Questi incidenti ripetuti li fanno sentire spaventati, ansiosi e stressati, e alcuni di loro hanno sperimentato sintomi fisici ed emotivi come tremori incontrollabili, svenimenti, perdita di fiducia in sé stessi e disperazione. Più di 80 scuole in Cisgiordania devono affrontare la presenza quotidiana delle forze israeliane, e più di 58 scuole sono attualmente sottoposte a un ordine di demolizione o di interruzione delle attività. [5]

Nei Territori Palestinesi Occupati è stato registrato il maggior numero di attacchi a scuole e ospedali in situazioni di conflitto nel 2021, con 289 incidenti verificati, seguiti da 154 in Mali e 151 in Afghanistan. 

Il nostro intervento nei Territori Palestinesi Occupati

Siamo nei Territori Palestinesi Occupati dal 1963.

Il nostro team opera in tutto il territorio palestinese, con oltre 30 partner, per garantire che le bambine e i bambini sopravvivano, abbiano la possibilità di imparare, siano protetti da ogni tipo di abuso e che tutti gli attori si impegnino a rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell’Adolescenza (UNCRC).

Supportiamo l'educazione prescolare e la transizione alla scuola primaria, a stretto contatto con le autorità locali e le comunità, per migliorare la copertura e la qualità dei servizi mirati allo sviluppo della prima infanzia per i minori di 0-6 anni in Cisgiordania e a Gaza. Nel 2021 abbiamo raggiunto 7.710 persone. Scopri di più sui nostri Centri di Educazione Preprimaria

Creiamo un ambiente favorevole e sicuro per le persone con disabilità, in particolare ragazze e ragazzi, giovani, donne e le loro famiglie, affinché abbiano un accesso equo ai servizi e godano dei diritti e delle libertà fondamentali. Nel 2021 abbiamo raggiunto 1.379 persone. Scopri cosa facciamo in Supporto a bambine, bambini e giovani con disabilità.

Rafforziamo il sistema di protezione nei territori occupati, sia in Cisgiordania, dove lavoriamo per potenziare la risposta in caso di minori coinvolti in attacchi militari, demolizioni e violenze legate all’occupazione, sia a Gaza, dove adottiamo un approccio NEXUS: non ci limitiamo a rispondere all’emergenza, ma creiamo le basi per uno sviluppo a medio-lungo termine investendo nelle capacità di giovani e adolescenti.

Tutte le parti devono mettere al primo posto i diritti dei bambini e delle bambine. Esortiamo lo Stato di Israele, in quanto potenza occupante e principale portatore di doveri, così come l'Autorità palestinese e le autorità de facto di Gaza a proteggere i bambini e a rispettare i loro diritti, in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo, l'IHRL e il diritto internazionale umanitario, tra cui il diritto alla protezione e all'accesso a cure mediche e a un'istruzione di qualità. Esortiamo il governo di Israele ad approvare la Dichiarazione sulle scuole sicure (SSD) e a contestualizzare e attuare le sue linee guida come parte dei suoi obblighi in qualità di potenza occupante in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, e a Gaza. 

Note:

[1] OCHA oPt, https://www.ochaopt.org/country/opt
[2] L'Area C contiene tutti gli insediamenti israeliani, le strade di accesso utilizzato per gli insediamenti, zone cuscinetto (vicino a insediamenti, strade, aree strategiche, e in Israele) e quasi tutta la Valle del Giordano e il deserto di Giuda.
[3] The Forgotten Ones, https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/stop-war-children-forgotten-ones 
[4] https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-response-plan-2021 
[5] https://www.ochaopt.org/content/un-reiterates-its-call-demolitions-end-and-international-law-be-respected

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