Per i bambini palestinesi il 2022 è stato l’anno più letale
La violenza in Cisgiordania si è intensificata negli ultimi mesi, con una rapida espansione degli insediamenti israeliani, un forte aumento dei raid militari israeliani in tutta la Cisgiordania occupata e attacchi palestinesi. Le famiglie palestinesi, oltre a essere coinvolte nella violenza sono state soggette a restrizioni di movimento imposte dalle autorità israeliane, interrompendo il loro accesso ai servizi essenziali.
I bambini pagano il prezzo più alto
Il numero di bambini uccisi dalle forze di sicurezza e dai coloni israeliani nella Cisgiordania occupata è raddoppiato quest'anno, arrivando a 34, dopo l'uccisione di due adolescenti ad inizio settimana.
Il primo di loro si chiamava Mahmoud al-Sadi, aveva 17 anni e si stava recando a scuola. Il giorno successivo, a perdere la vita è Ahmad Shehadeh, di 16 anni, durante un'incursione notturna a Nablus.
Mercoledì mattina, anche un adolescente israelo-canadese di 16 anni è stato ucciso e oltre una dozzina di persone sono rimaste ferite in due diverse esplosioni a Gerusalemme.
Dal 2006, questo è l’anno più letale per le bambine, i bambini e gli adolescenti che vivono in Cisgiordania.
È arrivato il momento di dire basta
È allarmante l'escalation di violenza a cui si continua ad assistere nel Territorio palestinese occupato e in Israele. Senza l'adozione di misure concrete per ridurre gli episodi di violenza, saranno sempre le bambine e i bambini a pagarne il prezzo più alto.
"È inaccettabile che si continuino ad usare attacchi letali contro i bambini. Secondo il diritto internazionale, i bambini godono di una tutela speciale e devono essere protetti dalla violenza in ogni momento. È necessario intraprendere ogni azione necessaria per proteggerli”, ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children nel Territorio Palestinese Occupato.
Le nostre richieste
Chiediamo immediatamente che le forze israeliane smettano di far fuoco sui bambini. Tutte le parti in causa devono cercare di ridimensionare la situazione e interrompere l'attuale ciclo di violenza, unico modo migliore per garantire protezione alle bambine e ai bambini e sperare che possano avere un futuro. Allo stesso tempo, chiediamo al Governo Italiano e a tutta la comunità internazionale di fare pressione affinché venga avviata immediatamente un'indagine imparziale e indipendente sull'uccisione di tutti i bambini che possa assicurare i responsabili alla giustizia.
Lavoriamo con le bambine e i bambini palestinesi fin dagli anni 50, con una presenza permanente nel Territorio palestinese occupato (OPT) dal 1973. Il nostro team opera in tutto il territorio palestinese, con oltre 30 partner, per garantire che le bambine e i bambini sopravvivano, abbiano la possibilità di imparare, siano protetti da ogni tipo di abuso e che tutti gli attori si impegnino a rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell’Adolescenza (UNCRC).
Per approfondire leggi il comunicato stampa.
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