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Siria: 2,5 milioni di bambini senza aiuti per lo stallo delle operazioni umanitarie ostacolate o bloccate nelle aree sotto assedio o difficili da raggiungere

L’escalation delle violenze in Siria sta impedendo ad aiuti vitali di raggiungere 2,5 milioni di bambini in difficoltà estrema. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, ai leader mondiali riuniti oggi a Bruxelles per discutere su come affrontare la crisi siriana.       

Negli ultimi tre mesi, i convogli di aiuti hanno potuto raggiungere solo il 9% delle 4,6 milioni di persone, per più della metà bambini, che si trovano sotto assedio o in aree molto difficili da raggiungere. Questo significa che più di 4 milioni di persone non sono mai state raggiunte dagli aiuti quest’anno, e sono sempre più disperate per la mancanza di cibo e medicine. Nonostante le ripetute rassicurazioni in proposito, gli aiuti fanno più fatica ad entrare ora che un anno fa.

Nel febbraio 2016, il Gruppo di Supporto alla Siria (ISSG) e la parti in conflitto avevano concordato la creazione di una Task Force Umanitaria per garantire l’accesso immediato degli aiuti per i civili nelle aree sotto assedio o difficili da raggiungere, e nei tre mesi successivi i convogli di aiuti avevano raggiunto il 17% delle persone in necessità. Dopo un anno questa percentuale si è addirittura dimezzata.

I convogli continuano ad essere ostacolati, ne viene negato l’accesso o sono bloccati da nuove violenze e bombardamenti. Anche quando, nelle scorse settimane, alcuni convogli sono stati fatti passare non è stato consentito il trasporto di medicine e attrezzature chirurgiche. 

“Le persone hanno sempre paura e non escono fuori, chi lo fa si espone ai cecchini e abbiamo perso tantissimi giovani, anche bambini o intere famiglie. Un razzo ha colpito la casa di una ragazzina di 14 anni che è morta, tutti i suoi famigliari sono stati feriti. I bambini sono imprigionati da 4 o 5 mesi in case sovraffollate, con 2 o 3 famiglie per casa. In questo periodo l’intera Madaya è sotto bombardamenti pesanti. Tutte le case sono state colpite da bombe, colpi di mortaio e proiettili, naturalmente, visto che i cecchini non smettono mai di colpire,” ha dichiarato Hala, un’insegnante che vive a Madaya.  

Madaya è una della 4 città sotto assedio dalle quali i civili dovrebbero essere evacuati in questa settimana. Con più di 650.0000 persone intrappolate nelle aree sotto assedio in Siria, Save the Children è fortemente preoccupata che obbligare le famiglie ad abbandonare le loro abitazioni contro la loro stessa volontà non sia la soluzione giusta. La comunità internazionale dovrebbe invece assicurare la fine degli assedi e l’accesso degli aiuti umanitari.  

“Il cessate il fuoco annunciato alla fine dell’anno scorso è poco più che un miraggio per i bambini che sono costretti a vivere tutti i giorni sotto le bombe e senza alcun aiuto. Nonostante le grandiose promesse fatte, la situazione in molte zone in Siria sta peggiorando e le persone si sentono abbandonate dalla comunità internazionale. I leader mondiali si incontrano oggi a Bruxelles con l’ombra delle accuse per un altro attacco chimico. Questo non è il momento per parlare del ritorno dei rifugiati in Siria, ma piuttosto quello di agire immediatamente per far sì che gli aiuti possano raggiungere le persone in disperato bisogno di assistenza umanitaria,” ha dichiarato Misty Buswell, il Direttore Advocay per il Medio Oriente di Save the Children che partecipa alla conferenza di Bruxelles.

Per sostenere gli interventi di Save the Children: www.savethechildren.it/siria

Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070023/63/81/82

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