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Siria: Save the Children, i bambini di Aleppo non sono al sicuro dalle bombe anti-bunker

Più di 300 bambini uccisi o feriti ad Aleppo orientale negli ultimi cinque giorni. Solo negli ultimi tre mesi, sette membri del personale e cinque studenti sono stati uccisi nelle scuole che sosteniamo ad Aleppo orientale.
 
I bambini di Aleppo sono esposti a un tale livello di pericolo a causa delle cosiddette “bombe terremoto” o bombe anti-bunker che non possono nemmeno frequentare le scuole sotterranee.

Ad Aleppo orientale le scuole avrebbero dovuto riaprire per il nuovo anno scolastico domani, ma rimarranno chiuse a causa del feroce attacco a cui continua ad essere sottoposta la città, privando di un’educazione quasi 100.000 bambini in età scolare[1], che continuano a rischiare la vita ogni giorno.

Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti, sostiene 13 scuole nella città, otto delle quali sono sotto terra: sono state trasferite in scantinati negli ultimi due anni per cercare di proteggere i bambini da bombardamenti, attacchi aerei, bombe barile e dal fuoco d’artiglieria, che colpiscono regolarmente le aree civili.

Da quando, nel corso della scorsa settimana, sono state impiegate le cosiddette “bombe anti-bunker”, chiamate così perché scavano buche profonde anche quattro o cinque metri prima di esplodere, neanche le scuole nei seminterrati sono sicure.

“I genitori hanno paura di mandare i figli a scuola perché qualsiasi edificio è diventato un possibile bersaglio. Gli studenti ne soffrono a tutti i livelli: li vedo camminare a fatica, trascinandosi, incapaci di concentrarsi sull’apprendimento e sullo studio,” dichiara Omar*, preside di una scuola ad Aleppo orientale.
“Il solo rumore delle bombe anti-bunker genera ovviamente uno stato di terrore e di panico inimmaginabile. Il loro potere di distruzione è immenso, possono demolire rifugi sotterranei e scantinati e gli edifici vengono annientati completamente.”

Queste armi, note anche come “bombe terremoto”, sono progettate per distruggere le installazioni militari, attraverso un fusibile ritardato che crea una forte detonazione sotterranea lasciando un cratere. Hanno un impatto devastante sulle aree civili: possono uccidere e mutilare persone che pensavano di essere al sicuro in un seminterrato e il loro utilizzo ad Aleppo costituisce un potenziale crimine di guerra.

Più di 300 bambini sono stati uccisi o feriti ad Aleppo orientale negli ultimi cinque giorni. Solo negli ultimi tre mesi, sette membri del personale e cinque studenti sono stati uccisi nelle scuole che sosteniamo ad Aleppo orientale. Dato il pericolo che corrono i bambini, anche nelle proprie case, non è sicuro riaprire le scuole. A queste ultime mancano anche le dotazioni indispensabili per funzionare, come il combustibile per illuminare e riscaldare le cantine, le forniture d’acqua, i libri di testo e le matite.

Non andiamo a scuola perché gli aerei bombardano ovunque. Quando passa un aereo ci sediamo per terra, per paura che ci cada qualcosa addosso. Il mio migliore amico è morto nel bombardamento. Mi piace andare a scuola, studiare e vorrei poter diventare ingegnere civile per ricostruire le case che sono state distrutte,” afferma Amjad*, 12 anni.

Le scuole delle città erano state decimate già prima dell’ultima escalation di violenze. Il tasso ufficiale di iscrizioni è crollato al 6%, anche se migliaia di bambini frequentano le scuole di Save the Children ogni settimana. A causa dell’abbandono forzato delle loro case, dei conflitti e della povertà, molti bambini hanno lasciato la scuola o la frequentano solo sporadicamente e i genitori hanno paura di mandare i figli a scuola nel timore che vengano presi di mira.

“È più frequente vedere bambini che vengono estratti dalle macerie o soccorsi sul pavimento di un ospedale che seduti a un banco di scuola. I bambini hanno diritto a giocare, a imparare, a essere bambini. L’uso di bombe anti-bunker significa che non esiste alcun luogo in cui i bambini siano al sicuro: chiediamo che l’uso di queste armi venga indagato come un potenziale crimine di guerra,” ha dichiarato Nick Finney, Direttore di Save the Children nella Siria Nord-occidentale.

“Mentre le famiglie lottano per la sopravvivenza, l’inizio del nuovo anno scolastico passerà in secondo piano. I bambini siriani hanno pagato un prezzo pesante per un conflitto che non hanno contribuito a creare. Questa spaventosa escalation di violenza un giorno finirà ma, per coloro che sopravvivono, sarà molto difficile recuperare gli anni di scuola persi da bambini e ricostruire le loro vite,” conclude Finney.  

Save the Children ha gestito corsi di recupero durante tutta l’estate e ha distribuito dei “kit per lo studio a casa” in modo che i bambini possano cercare di stare al passo con il programma anche se le scuole sono chiuse a causa delle violenze. Abbiamo una fornitura di kit scolastici per 54 scuole pronti per entrare in città, insieme a migliaia di pacchi di aiuti alimentari ma, a causa dell’assedio e della violenza intensa, questi aiuti non possono raggiungere i bambini di Aleppo.

C’è urgente bisogno di un cessate il fuoco che ponga fine agli attacchi indiscriminati contro i civili e che permetta di distribuire gli aiuti e riaprire le scuole. Tutte le parti in conflitto devono cessare l’uso delle armi esplosive pesanti nelle aree popolate, a causa dei prevedibili danni che arrecano alla popolazione civile e delle inevitabili morti tra i bambini. Save the Children chiede inoltre che venga avviata un’indagine internazionale imparziale sull’attacco mortale contro un convoglio di aiuti ONU/SARC avvenuto la scorsa settimana e sulle violazioni del diritto internazionale umanitario nell’escalation in corso ad Aleppo.

L’uso continuativo di armi esplosive pesanti in aree popolate durante tutto il conflitto ha causato morte, distruzione, lesioni e traumi psicologici a bambini e famiglie in tutta la Siria. Gli attacchi alle scuole sono diventati fin troppo comuni. Le forze armate e i gruppi armati in Siria devono cessare immediatamente gli attacchi contro gli istituti scolastici, gli insegnanti e gli studenti e di smettere di occupare scuole per scopi militari.

Per sostenere gli interventi di Save the Children in Siria: www.savethechildren.it/siria

 
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
 


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[1] Il Cluster Educazione in Siria stima che ci siano 94,260 bambini nella fascia d’età 5-17 ad Aleppo orientale.
* NdR: i nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità degli interessati.