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Matrimoni precoci: una terribile eredità della guerra per le ragazze siriane

Su una collina verde, in una delle città nel Nord del Libano, c’è un edificio in pietra di due piani al bordo di una strada ripida. All’interno delle quattro sale che compongono il piano terra vivono quattro famiglie di rifugiati siriani. In una delle famiglie, la più giovane, la somma delle età dei membri è di 34 anni. Il marito di Sahar ha 20 anni, lei solo 14.

Sahar è una ragazza timida ma determinata. Ci racconta la sua storia e, nonostante le tremi la voce, continua a parlare. Vuole raccontarci tutto. Vuole parlare alle ragazze come lei e mettere in guardia altre potenziali spose bambine.

Seduta su un materasso sottile, si appoggia alla parete e parla da sotto il velo che le copre il viso, lasciando scoperti solo gli occhi che brillano tutte le volte che ricorda la scuola e il “bel passato”. Trattiene le lacrime.

Per le rifugiate siriane come Sahar, le opzioni sono davvero poche. Nonostante la paura di rapimenti, stupri e omicidi, la scelta migliore per la sua famiglia di sei persone è stata quella di attraversare il confine e cercare rifugio in Libano.

La decisione di far sposare Sahar molto giovane è arrivata dopo che la sua famiglia si è stabilita in Libano, dove nemmeno i confini di un nuovo paese hanno garantito la sicurezza che cercavano e speravano. Le ragazze siriane raccontano che, spesso, alla base della scelta di un matrimonio precoce ci sono la paura degli abusi, le condizioni economiche e il desiderio della famiglia di vedere “sistemate” le proprie figlie.

Sposata a 13 anni e rimasta incinta a 14, Sahar non ha avuto nessun potere decisionale sul suo matrimonio organizzato frettolosamente con il vicino di casa di allora. Non voleva lasciare la propria famiglia, era troppo giovane. Adesso sarà una dell’oltre milione di ragazze che hanno dato alla luce un figlio prima dei 15 anni.

Lei parla di un “errore” di cui si pente. Anche se dice di essere affezionata al marito, le manca la propria infanzia. Un’infanzia che le è stata portata via dalla guerra e dalla paura che la guerra ha instillato nella sua famiglia, anche dopo essere fuggiti dal proprio paese.

In un mondo migliore, Sahar non si sarebbe mai sposata a 13 anni. È convinta che le bambine debbano andare a scuola. Che debbano indossare le uniformi scolastiche e non i vestiti da sposa. In tutto il mondo, ogni sette secondi si sposa una ragazza con meno di 15 anni. Se i dati rimarranno questi, nel 2020 ci saranno 60 milioni di spose bambine.

“Non immaginavo che il matrimonio portasse con sè così tante responsabilità” ci dice Sahar.

Sa di non essere la sola. Sa che ci sono moltissime ragazze nella sua stessa situazione. Le ha incontrate nelle nostre sessioni di sensibilizzazione durante le quali le ragazze condividono le proprie storie e discutono sul proprio futuro.

Nella casa in cui vive Sahar, ci sono altre tre ragazze che si sono sposate molto giovani e tutte hanno lo stesso messaggio da dare: non cadere in questa trappola.

Sahar è felice di diventare madre ma allo stesso tempo è preoccupata.

“Una bambina dovrà crescere un bambino”. E questa volta non trattiene le lacrime.