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Povertà Italia, quando l'unico posto per giocare è un Cimitero

Povertà Italia, quando l'unico posto per giocare è un Cimitero

La povertà si può manifestare in diversi modi, uno di questi è certamente la mancanza di spazi per giocare in quartieri in cui i minori non hanno opportunità educative o di svago. Brindisi. Li incontriamo mentre giocano fuori dal Cimitero, nel quartiere Perrino. Proprio di fronte al nuovo Punto Luce di Save the Children. Sono ragazzini, anche piccoli, che sono stati abituati a giocare in questo piazzale dove non c’è niente, ma almeno non passano le macchine ad alta velocità e non rischiano di farsi male. Marco ha quasi 13 anni e ci racconta:  

spesso vengo a giocare qui al Cimitero, perché nel rione in cui viviamo non c’è niente. Almeno qui stiamo tutti insieme e giochiamo. Ci inventiamo dei giochi, facciamo ad acchiapparella e d’estate ci facciamo i gavettoni. Però i nostri genitori non sono contenti, si preoccupano, non vogliono che stiamo in mezzo alla strada…

Una preoccupazione confermata da sua madre Maria, che vive al Perrino da quando è nata: “qui non c’è niente, noi mamme siamo costrette a scendere in strada per guardare i nostri figli mentre giocano. Passano macchine veloci e non c’è neanche una panchina. Anche d’inverno – prima che arrivasse il Punto Luce di Save the Children – i nostri figli stavano a giocare qui fuori, al freddo. Si mettevano il giubbotto e stavano in mezzo alla strada, ma la strada non è un luogo adatto a dei bambini. D’estate sto con altre mamme a controllare i ragazzi mentre giocano qui davanti al cimitero anche fino alle undici di sera. Qui almeno possono stare con le biciclette e non rischiano di essere investiti dalle auto che passano”. Giocano a pallone, a molla, a nascondino, ma la verità è che qui non trovano neanche un posto dove nascondersi perché in un piazzale di fronte a un cimitero dove ti vuoi nascondere?” Anche Stefano è uno dei ragazzi che giocano a “Cimiterolandia”, è un po’ più grande ed è cresciuto giocando su questo piazzale. “D’estate ci divertiamo a stare qui, giochiamo con l’acqua della fontana, d’inverno invece giochiamo con le biglie!”. Orgoglioso, ci accompagna dietro ad una macchina parcheggiata per farci vedere una buca di circa 15 cm di diametro e ci dice: “questa è la pista per le biglie, l’ho costruita io in tutti questi anni!”. Stefano gira per il suo quartiere con la sua bicicletta, che ama moltissimo. Ci racconta che lui le biciclette le aggiusta anche e ora ha trovato un tandem e sta cercando di montarci sopra un motore. Quando gli chiediamo cosa farebbe se avesse una bacchetta magica non ha dubbi: “farei un bel parco giochi per i bambini, aggiusterei tutto, metterei un campo da calcio, che qui c’è ma non si può usare…”. Anche Katia, madre di due bambini che frequentano il Punto Luce di Save the Children, ci parla di Cimiterolandia:

l’unico gioco che avevano i bambini qui era la fontana del Cimitero, i ragazzi non avevano un posto dove stare. Qui al Cimitero si bagnavano nella fontana, giocavano, litigavano. Tutta la loro vita era qui, non avevano altro.

Giancarlo Spagnoletto, di Save the Children, spiega: “il Perrino è un quartiere degradato di Brindisi, soprattutto per quanto riguarda i servizi per i bambini. Gli unici spazi dove questi bambini generalmente giocavano erano quelli attigui al Cimitero, proprio di fronte a dove ora sorge il Punto Luce di Save the Children. I ragazzini passavano il tempo lì, soprattutto l’estate, e giocavano a farsi i gavettoni o a nascondino dentro al Cimitero. L’unica struttura per i bambini presente nel quartiere era il campo da calcio, ma è stato chiuso e i ragazzi non possono più giocare neanche lì”. Giocano con un pallone bucato, i ragazzini del Perrino, a Cimiterolandia. Sono ragazzini che hanno poco, ma hanno grandi desideri e grandi sogni. Come quelli di Stefano che, mentre gioca con i suoi amici, ci dice: “da grande vorrei fare il meccanico, mi piace aggiustare le cose. Vorrei anche saper aggiustare i palazzi, perché staremmo meglio tutti noi. Sai, mi piacerebbe andare a New York un giorno. Di sicuro lì ci sono molti parchi. Secondo me i bambini di New York non vanno a giocare al cimitero…”.