L’Organizzazione, in occasione del lancio del Piano di risposta umanitaria 2023, chiede maggiori finanziamenti per i gravi bisogni dei 21,6 milioni di yemeniti che necessitano di assistenza umanitaria e protezione, la metà dei quali sono minori.
L’Organizzazione - che opera in Ucraina dal 2014, chiede alle parti in guerra di garantire che le infrastrutture energetiche e le strutture civili, come case, scuole e ospedali, siano protette dagli attacchi.
A settembre, solo una scuola su tre in Ucraina è stata in grado di iniziare le lezioni in presenza poiché solo gli edifici dotati di un rifugio sono autorizzati ad accogliere gli studenti.
L’Organizzazione, presente nel Paese dal 1953 e impegnata tra l’altro a migliorare l’accesso dei minori a un’istruzione di qualità, esorta il governo del Libano a cercare urgentemente una soluzione che porti alla riapertura delle scuole.
L’Organizzazione sottolinea la necessità di trasformare le aree ad alta densità criminale in aree ad alta densità educativa, per prevenire e contrastare le mafie.
Secondo l’Organizzazione – che opera in Etiopia da oltre 60 anni e che nel solo 2022 ha raggiunto oltre 3 milioni di persone - nel Paese sono disperatamente necessari ulteriori fondi.
Dai dati recenti, il Libano è il paese con la sesta peggiore crisi alimentare a livello globale per quota di popolazione che soffre di insicurezza alimentare, dopo Sud Sudan, Yemen, Haiti, Afghanistan e Repubblica Centrafricana.
Da un'analisi condotta dall’Organizzazione sulle 7 principali emergenze che hanno colpito i minori nel corso del 2022,Afghanistan e Repubblica Democratica del Congo (RDC) in cima alla lista di Paesi con il numero più alto di minori bisognosi di aiuto.
Mentre facciamo chiarezza su questo annuncio, sospendiamo i nostri programmi, chiedendo che uomini e donne possano continuare a contribuire allo stesso modo ai nostri interventi salvavita in Afghanistan.
Quest'anno è stato rimpatriato il 60% in più di donne e bambini dai campi di Al Hol e Roj rispetto al 2021, con un aumento dell'84% rispetto al 2020. Secondo le autorità locali, in totale 1.464 bambini e donne sono stati rimpatriati dal 2019