Perché la crisi climatica è una crisi intergenerazionale

Oggi sono 3 le principali minacce per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 e in particolare per il benessere di bambini, bambine e adolescenti: Covid-19, conflitti e crisi climatica.
Di quest’ultima andremo ad approfondire come è da considerarsi una crisi di tipo intergenerazionale e che cosa questo comporta.
La corsa alle risorse
Nel mondo, oggi, gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti e dannosi, le precipitazioni meno prevedibili e le temperature in costante crescita. Questi fenomeni aggravano le tensioni generate dalla corsa al controllo o allo sfruttamento di risorse naturali. Non solo, peggiorano le condizioni economiche delle famiglie e alimentano il circolo vizioso di crisi umanitarie, povertà e conflitti, aumentando il rischio di conflitti armati violenti e la probabilità di migrazioni e sfollamenti di popolazione.
3 fattori per cui la crisi climatica colpisce maggiormente i bambini
I cambiamenti climatici agiscono come moltiplicatore di minacce e colpiscono prima e in maniera maggiore i bambini e le bambine, in particolare i più vulnerabili e indifesi.
La maggiore vulnerabilità dei bambini alla crisi ambientale e climatica è legata a 3 fattori in particolare:
- Geografico-ambientale, ovvero la tendenza delle famiglie con bambini con meno possibilità economiche a vivere in aree più esposte agli effetti del riscaldamento globale.
- Socioeconomici legati all’assenza di risorse, capacità e servizi per far fronte o prevenire gli impatti della crisi climatica e ambientale.
- Fisiologico, connessi alle specificità dei bambini specialmente nei primi anni di vita.
Perché la crisi climatica è intergenerazionale
Leggere la sfida ambientale e la crisi climatica nell’ottica dei diritti dell’infanzia significa riconoscerla come crisi intergenerazionale, i cui effetti infatti colpiscono in misura maggiore le giovani generazioni presenti e future che meno hanno contribuito a generala.
Secondo un’analisi della nostra Organizzazione, condotta con ricercatori climatici internazionali a guida della Vrije Universiteit Brussel, un bambino/a nato nel 2020 sarà colpito in media dal doppio di incendi, 2.6 volte in più da dalla siccità, 2.8 volte in più da inondazioni di fiumi e dalla perdita dei raccolti agricoli, e saranno esposti ad andate di calore eccessive 6.8 volte di più rispetto ai loro nonni (una persona nata nel 1960)
Investire nella lotta alla crisi climatica e allo stesso tempo favorire l’educazione, l’empowerment e il protagonismo giovanile è solo una delle chiavi per ricostruire con i bambini, le bambine e gli adolescenti un futuro migliore. Occorrono obiettivi e strumenti nuovi, stimoli e consapevolezze concreti, impegni ed alleanze concludenti.
Per continuare questo lavoro, dal 19 al 22 maggio a Roma, terremo l’evento “IMPOSSIBILE2022”: uno spazio di confronto su 6 tematiche fondamentali per costruire il futuro di bambini, bambine e giovani, insieme alle migliori conoscenze, risorse ed energie del mondo della politica, dell’economia e dell’impresa, della cultura, del terzo settore e della società civile, per rendere possibile ciò che oggi sembra non esserlo.
Tratteremo il tema dell’ambiente e il clima ed altri 5 grandi temi come: povertà educativa, migrazioni, povertà educativa digitale, risorse e conflitti.
Scopri di più sull'evento: visita la pagina dedicata a "IMPOSSIBILE2022".
Per approfondire il tema dell’ambiente e il clima leggi gli articoli:
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