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Vite parallele: i bambini migranti hanno perso tutto, anche il sogno di libertà

La Grecia e le sue isole non sono solo mete turistiche e non sempre dormire in una tenda è un sogno di libertà e vacanza: per i bambini migranti, bloccati nel nord della Grecia, ad Atene, come nelle isole di Lesbo, Kios, Samos, Kos, rappresenta un sogno spezzato di raggiungere quei paesi europei, resi ancora più lontani dalla chiusura dei confini in Europa. Queste tende sono rifugi sovraffollati dove bambini e famiglie sopravvivono in condizioni umanitarie inaccettabili.

Dall'inizio del 2015, la Grecia è stato il punto di accesso in Europa per più di un milione di rifugiati e migranti in cerca di sicurezza e salvezza. I migranti arrivati nel 2016 sono per il 38% bambini che provengono principalmente da Siria, Afghanistan, Iraq, Iran e Pakistan. Sempre durante il 2016 le isole greche sono state raggiunte da 158.937 persone: solo sull'isola di Leros sono affollati 714 rifugiati e migranti, una situazione allarmante se si pensa che la capacità di accoglienza totale dell'isola è di 1000 persone. Inoltre, i muri e le barriere innalzati in Europa hanno reso la disperata fuga dei bambini migranti ancora più traumatica e le loro condizioni più vulnerabili trasformando i campi di accoglienza in veri e propri centri detentivi: in Grecia ad oggi sono dimenticate in condizioni disumane 57.200 persone.

La tenda, non un simbolo di libertà ma un luogo di detenzione

migranti greciaL'Europa dei muri ha scelto di proteggere i suoi confini e non i propri bambini. Durante lo sgombero del campo di Idomeni circa 4.000 rifugiati sono "spariti" attraversando l'Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e continuando il loro viaggio illegalmente. Le condizioni al limite tra sopravvivenza e prigionia in cui versano i campi profughi sovraffollati della Grecia unite ai tempi di attesa interminabili del sistema di asilo greco, già sovraccarico, mette nelle mani dei trafficanti i bambini migranti che scelgono di proseguire il loro viaggio amplificandone il rischio.

Dopo Idomeni la situazione non è cambiata nei nuovi campi di accoglienza dove mancano spesso acqua e servizi base e sono assenti mediatori culturali e tutele legali per i minori non accompagnati.

Chiediamo all'Europa di garantire ai bambini migranti vie di accesso sicure e legali evitando che si mettano nelle mani di trafficanti allo scopo di rendersi sempre più invisibili e non rintracciabili da un sistema europeo di gestione delle migrazioni sempre più coercitivo e lesivo dei diritti umani: tra questi deve essere garantito il rispetto della direttiva sul ricongiungimento familiare, un diritto che deve diventare una priorità considerando che il numero dei bambini non accompagnati è quintuplicato nel corso del mese di maggio.

La nostra helpline è dedicata principalmente a loro, ad orientarli nei momenti rischiosi, di smarrimento quando non sanno come raggiungere i propri parenti e famiglie e rischiano di affidarsi ai trafficanti per avere un futuro.

La helpline risponde al numero verde 800 14 10 16: attivo dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 17, fornirà un orientamento psicologico e legale a difesa di ogni loro diritto.

Supporta i nostri interventi per salvare i bambini migranti 

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