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Bambini in conflitto: nel 2022 uno su sei viveva in una zona di guerra

bambino e madre della Repubblica Democratica del Congo il Paese peggiore in cui potesse vivere un minore nel 2022 a causa della guerra

Nel 2022 un bambino su sei, ovvero 468 milioni di bambini, viveva in una zona di guerra. Il numero di gravi violazioni commesse nei confronti dei bambini in contesti di conflitto è aumentato del 13%, raggiungendo una media di 76 al giorno. Questi sono i principali dati che emergono dal nostro nuovo rapporto, “Stop The War On Children: Let Children live in Peace” in cui viene mostrato il numero di gravi violazioni nei confronti dei minori. Il

Rapporto è stato pubblicato oggi insieme al nuovo sito web, in cui è possibile mappare queste violazioni sia per luogo, che per tipo e data, con l'obiettivo di rendere per la prima volta disponibili al pubblico i dati combinati che mostrino una fotografia esaustiva. 

Bambini in guerra: il rapporto SWOC

Nel Rapporto “Let children live in peace” della serie “Stop The War On Children - SWOC”, viene mostrato il numero di gravi violazioni nei confronti dei minori: uccisioni e mutilazioni, rapimenti, stupri e violenze sessuali, reclutamento ed utilizzo in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali e diniego di accesso umanitario. Queste cifre hanno raggiunto nel 2022 il livello più alto dal 2005, anno in cui sono iniziate le rilevazioni di questo tipo, e che purtroppo sono destinate a salire nel 2023 a causa dei continui bombardamenti a Gaza e del conflitto in Sudan, che ha causato la più grave crisi di bambini sfollati al mondo.

6 gravi violazioni contro i bambini in guerra

Dal 2005, le Nazioni Unite hanno segnalato e verificato sei specifiche gravi violazioni contro i bambini in situazioni di conflitto. Queste sono presentate nei rapporti annuali delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati. Vengono monitorati casi ed episodi delle seguenti violazioni:

  • 1. Uccisione e mutilazione di bambini,
  • 2. Reclutamento e utilizzo di bambini da parte di forze e gruppi armati,
  • 3. Rapimento di bambini,
  • 4. Stupro e altre forme di violenza sessuale contro i bambini,
  • 5. Negazione dell'accesso umanitario ai bambini,
  • 6. Attacchi a scuole e ospedali.

Complessivamente, nel 2022 sono state verificate 27.638 gravi violazioni contro i bambini. Nello specifico, sono stati 8.647 i bambini uccisi o mutilati, in crescita rispetto agli 8.113 del 2021. Il Paese con il maggior numero di casi di minori uccisi o mutilati, secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stata l’Ucraina con 1.386 bambini colpiti, mentre già nel 2022 nei Territori palestinesi occupati 1.134 bambini sono stati uccisi o hanno subito mutilazioni, in particolare nella Striscia di Gaza, cifra destinata a salire vertiginosamente nel 2023. La seconda grave violazione per numero di casi registrati è stata il reclutamento e l’utilizzo dei minori nei conflitti: 7.610 gli episodi verificati nel 2022, in crescita del 20% rispetto al 2021. 

I PAESI PIÙ COLPITI DAi CONFLITTI 

Le stime raccolte nel nostro rapporto, indicano che nel 2022 un bambino su sei vive a meno di 50 km di distanza da almeno un conflitto e che le violazioni contro i bambini e le bambine aumentano anno dopo anno.

I 3 peggiori Paesi colpiti da conflitti per essere un bambino nel 2022:

  • 1. Repubblica Democratica del Congo
  • 2. Mali
  • 3. Myanmar

Sebbene i dati si riferiscano allo scorso anno, ci aspettiamo che il 2023 non sia migliore, anzi. Potremmo raggiungere nuovi drammatici record poiché questi casi rivelati rappresentano probabilmente solo la punta dell'iceberg. 

  • Il continente africano è l’area con il maggior numero assoluto di minori in contesti di guerra, mentre il Medio Oriente, già prima del conflitto in corso a Gaza, registrava la proporzione più elevata, pari a un bambino su tre. 
  • In generale, secondo l’analisi elaborata sulla base di diversi indicatori, è la Repubblica Democratica del Congo il Paese peggiore in cui potesse vivere un minore nel 2022 a causa della guerra, seguito dal Mali e dal Myanmar.
  • Ad essi si aggiungono, in ordine alfabetico altri paesi che ricoprono le prime dieci posizioni, quali: Afghanistan, Burkina Faso, Nigeria, Somalia, Siria, Ucraina e Yemen.

Bambini e bambine devono essere protetti da bombe, missili e mine antiuomo, dalla violenza e dagli abusi. Hanno l’esigenza di sentirsi al sicuro, soprattutto nelle loro case e nei loro quartieri, con le loro famiglie e con i loro amici. Invece, continuano ad essere colpiti nei luoghi in cui dovrebbero sentirsi maggiormente al sicuro. Il numero di attacchi a scuole e ospedali è infatti aumentato del 74% in un anno, da 1.323 nel 2021 a 2.308 nel 2022.

Diciamo basta alla guerra sui bambini. Bambini come quelli che conosciamo e amiamo, vengono bombardati, colpiti, affamati, violentati. Unisciti a noi nel chiedere che tutto questo si fermi ora. Scopri di più sulla nostra campagna:

BAMBINI SOTTO ATTACCO

Lasciate che i bambini vivano in pace

"È un momento terribile per essere un bambino in guerra.” ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International. “La crisi umanitaria in Sudan - la più grave crisi di sfollamento sulla terra per i bambini - ha visto uccisioni, orribili violenze sessuali, torture e mutilazioni di minori a livelli che non si vedevano da tempo. Stiamo assistendo al dramma dei bambini a Gaza, costretti a sopportare il peso di un conflitto in cui oltre un milione di giovani vite sono in pericolo. Gli ospedali sono diventati campi di battaglia e le forniture di cibo e acqua sono state interrotte. È necessario un cessate il fuoco definitivo, ora, immediatamente, per fermare le loro sofferenze".

“La comunità internazionale deve esercitare tutto il suo potere per fare pressione sulle parti affinché rispettino il diritto internazionale e proteggano i bambini", ha commentato Gudrun Østby, Professore di ricerca presso il Peace Research Institute di Oslo, che ha collaborato al rapporto.

Tutti i rapporti della nostra serie Stop the War On Children.

Per approfondire leggi il comunicato stampa

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