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Bullismo a scuola: dialogo con 2 insegnanti

bambini a un tavolo a scuola mentre disegnano insieme con dei pennelli

Bullismo, cyberbullismo, a scuola e non. Purtroppo sono temi di cui sentiamo parlare spesso e che ci hanno coinvolti/e o che coinvolgono qualcuno/a a noi vicino.

Abbiamo così chiesto a 2 insegnanti di una scuola aderente al nostro progetto di Fuoriclasse in Movimento, Tiziana Morgante e Sara Sammarone, un confronto su questo tema per farne una riflessione condivisa e per trarne alcuni spunti ed esercizi da fare in aula. Leggi l’articolo.

"Sentiamo parlare spesso, in diversi contesti, di un malessere adolescenziale di cui sembrano sfuggire le cause. È un mix che si crea tra la necessità degli adolescenti e delle adolescenti di parlare dei propri problemi e vissuti, e la difficoltà nel farlo. Questo si aggiunge a una paura, spesso reale, di non essere davvero ascoltati, compresi e considerati.”

Bisogno di esprimersi e narrarsi

“Dalle esperienze nelle aule scolastiche e nei diversi contesti educativi emerge un bisogno di narrarsi, di trovare uno spazio autentico dove, lontano da stereotipi, ciascun ragazzo e ciascuna ragazza possa mostrarsi per quello che è. Essere adolescenti implica un’azione di funambolismo tra ciò che si era e ciò che non si è ancora. In questo terreno paludoso, dove impera un equilibrio precario, cercano di costruirsi un’identità fatta di maschere, avatar di se stessi, ed è in esso che si inserisce l’adulto.”

Creare degli spazi di condivisione

“Ridisegnarsi per un/una adolescente, ecco che creare uno spazio di ascolto sincero dei loro bisogni più profondi può forse essere un’alternativa contro i fenomeni del bullismo dove spesso alla base c’è la mancanza di comprensione, empatia e accettazione di se stessi e degli altri per come si è. Momento di ascolto significa prevedere uno spazio dove l’errore, il fallimento sia parte integrante della crescita, dove il diritto a sbagliare sia previsto: si cade per rialzarsi, trovando sempre una mano pronta ad aiutare, una spalla disposta a raccogliere le lacrime.”  

“Creare un momento di narrazione reciproca di un sé che cerca faticosamente di emergere dai meandri di dubbi, incertezze, paure, richieste e di un inespresso sentirsi non più bambino, è il punto di svolta. Occorre attivare con loro un dialogo costruttivo, critico, per comprendere le possibili resistenze e trasformarle in fattori di crescita.” 

Attività per raccontarsi e conoscersi 

Divise in 4 categorie la maestra Morgante e la maestra Sammarone ci propongono 7 attività da fare in aula con ragazzi e ragazze per aprire uno spazio di confronto libero.

Conoscersi

  • Gioco della ragnatela: in cerchio ci si lancia un gomitolo di lana ci si presenta e si racconta ciò che si ama e si detesta, ciascuno trattiene una parte del gomitolo e lo rilancia, alla fine ci si troverà tutti legati al filo e si riflette sulla interdipendenza. 
  • Raccontarsi a coppie: creare coppie tra ragazzi o ragazze che si conoscono meno e lasciare un tempo perché si raccontino, poi descrivere al gruppo il compagno o compagna di cui si è fatta conoscenza. 

Sorridere insieme:

  • Presentare un’illustrazione (scaricabile qui), colorare 1-2 personaggi che rappresentino dove si collocano rispetto al gruppo di amici e condividere la propria scelta.
  • Albo Zagazoo di Q.Blake per riflettere in modo ironico sui cambiamenti che la vita porta con sé. 
  • Imparare l’autoironia, a turno ognuno racconta un episodio buffo che gli è capitato. 

Emozioni

  • La scatola delle paure: scrivere su un biglietto anonimo una paura, riporlo nella scatola, pescare a turno e commentarlo insieme.

Appartenenza

  • Elaborare un logo: divisi per piccoli gruppi creare uno slogan, visionarli per arrivare ad una scelta che corrisponda alle esigenze di tutti e tutte, imparando la mediazione e il lavoro di gruppo.

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