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Iraq, la situazione a 20 anni dall’invasione USA

mezzo busto di bambina irachena nel deserto

Sono passati venti anni da quando gli Stati Uniti hanno guidato l’invasione dell’Iraq e la situazione è purtroppo, per molti, drammatica. Circa 1,2 milioni di persone sono sfollate interne con un accesso limitato all'istruzione e all'assistenza sanitaria, e alcuni bambini sono costretti a lavorare per strada per sopravvivere. 

Donne e bambini: come vivono in Iraq oggi

Molte persone hanno perso le loro case o temono di tornare nelle loro città d'origine, a causa delle continue tensioni e della presenza sul territorio di ordigni esplosivi, mentre il conflitto e le crisi climatiche come inondazioni, aumento delle temperature, siccità e tempeste di sabbia, hanno distrutto i loro mezzi di sussistenza. 

Nei governatorati di Dohuk e Ninewa si trova circa il 50% di tutti gli sfollati interni in Iraq e secondo le Nazioni Unite lo sfollamento prolungato nel Paese non sembra avvicinarsi ad una soluzione: 4,1 milioni di persone hanno ancora bisogno di assistenza umanitaria - circa il 10% della popolazione e quasi un terzo dei 42 milioni di iracheni vive in condizioni di povertà. 

Bambini iracheni e scuola

Vista la lenta ripresa economica post-bellica, molte famiglie hanno cominciato a ricorrere al lavoro minorile, poiché sono a corto di opzioni per soddisfare i bisogni di base, compromettendo l'istruzione e i diritti fondamentali dei bambini. 

Zeinab, ha 14 anni ed è fuggita dalla sua casa a Mosul e ora vive a Kirkuk. Ha quattro fratelli, ma solo uno di loro frequenta la scuola: "Io e i miei fratelli dobbiamo lavorare per coprire le nostre spese, compresa la frequenza scolastica. Mio fratello di 10 anni vende pacchetti di fazzoletti per strada per poter andare a scuola, anche se sappiamo che il commercio ambulante è pericoloso". 

Altri bambini che abbiamo intervistato hanno citato la distanza da casa a scuola o la mancanza di sicurezza sulla strada come motivi per non frequentare le lezioni. I bambini che non hanno un'istruzione sono più vulnerabili al lavoro minorile e al matrimonio infantile.  

I 20 anni di insicurezza e le limitate opportunità economiche hanno avuto un pesante impatto anche sulle donne irachene. 

Lama, 27 anni, madre di tre figli yazidi di Sinjar, è la principale fonte di reddito della sua famiglia. È stata rapita dall'ISIL all'età di 18 anni.  Circa 400.000 yazidi - una minoranza etnica e religiosa - sono stati catturati, uccisi o costretti a fuggire dalla loro patria ancestrale di Sinjar nell'agosto 2014, dopo che l'ISIL ha attraversato il confine dalla Siria. Fino a 3.000 donne e ragazze sono state rapite e vittime di stupri e altre forme di violenza sessuale. Molte sono ancora disperse.  

Iraq: i bambini dimenticati

Il mondo si è dimenticato dei bambini iracheni. Abbiamo assistito a un calo dei finanziamenti umanitari in Iraq e temiamo che con lo spostamento dell'attenzione umanitaria su altre crisi, come l'Ucraina e i recenti terremoti in Siria e in Turchia, le famiglie vulnerabili sfollate nel Paese continueranno a soffrire.

Gran parte delle infrastrutture del Paese sono ancora danneggiate o distrutte e centinaia di migliaia di bambini hanno bisogno di assistenza per accedere alle cure mediche di base. La coesione e l'inclusione sociale devono essere parti fondamentali del processo di costruzione della pace in Iraq. Dobbiamo imparare dal passato e garantire che gli attuali sforzi di ricostruzione siano duraturi e che i bambini e le donne abbiano un ruolo centrale nella ripresa dell'Iraq
 

Il nostro lavoro in Iraq

Lavoriamo in Iraq dal 1991 e implementiamo più di 15 progetti in 8 governatorati per fornire protezione e assistenza alle famiglie colpite dal conflitto, fornendo loro protezione, istruzione, acqua e dei servizi igienici, mezzi di sussistenza e supporto psicosociale.

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