Nel 2022, abbiamo contribuito a raggiungere 34,9 milioni di persone in emergenza destinando 43 milioni di euro per rispondere alle tante crisi umanitarie che hanno caratterizzato l’ultimo anno. Grazie anche al Fondo Globale Umanitario, a cui sono stati destinati 16,6 milioni di euro, abbiamo sostenuto 117 risposte umanitarie in 58 paesi.
Nei nostri interventi ci siamo impegnati per garantire un’attenzione forte alla protezione dei bambini e delle bambine, soprattutto a quelli in fuga dalle emergenze, e all’accesso all’educazione già compromesso dall’emergenza Covid-19.
Per rendere la nostra azione sempre più efficace e capace di dare risposta all’intensità e complessità delle emergenze cui rispondiamo, il nostro approccio si è concentrato sempre di più sulla partecipazione e il coinvolgimento delle società civili locali e sulla prevenzione delle crisi. Una particolare cura è dedicata alla vulnerabilità di donne e ragazze, sia come attenzione costante nei nostri approcci, sia con programmi dedicati, come nel caso dell’Afghanistan dove formiamo e accompagniamo le adolescenti alla professione dell’insegnante per rafforzare il diritto all’apprendimento delle ragazze.
ll 2022 è stato un anno caratterizzato da profondi bisogni di assistenza umanitaria. Come nel caso della siccità nel Corno d’Africa e nel Sahel, dove abbiamo risposto con forza, portando aiuti salva-vita e lavorando sul rafforzamento della loro resilienza. In alcuni paesi i cicloni e le piogge torrenziali sono diventati fenomeni estremi e ricorrenti con conseguenze catastrofiche, che hanno richiesto spesso un intervento tempestivo e continuato.
I contesti di conflitto continuano a moltiplicarsi e ad essere caratterizzati da una durata senza precedenti come nel caso dell’Afghanistan, dell’Ucraina, della Siria e dello Yemen, con la destabilizzazione delle strutture sociali ed economiche dei paesi colpiti e vere e proprie crisi dell’accesso ai servizi essenziali.
Tutto questo, ha contribuito fortemente allo sviluppo di una crisi alimentare globale cui non assistevamo da decenni, accompagnata da un record storico di persone costrette ad abbandonare i loro territori, minacciati dalle guerre o resi invivibili dagli effetti del cambiamento climatico.
