Catania, morto il bambino di 3 mesi: è urgente attuare misure di sostegno per i neogenitori
Una ragazza di 26 anni è stata arrestata oggi a Catania con l’accusa di omicidio per aver ucciso il figlio di tre mesi, un episodio che indica l’urgenza di attuare misure nazionali di sostegno per genitori e bambini nei primi 1000 giorni di vita.
“C’è bisogno di garantire un’offerta attiva che parta ancora prima della nascita e di un monitoraggio strutturato da parte dei servizi sociali e sanitari per non lasciare le famiglie da sole a fronteggiare situazioni di disagio emotivo e psicologico che spesso provocano nei bambini conseguenze gravi e, in qualche caso, come questo, possono sfociare in un dramma”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa.
Al di là di quanto verrà accertato dalle autorità competenti in merito alla tragica vicenda di Catania, bisogna considerare che la depressione post partum, secondo i dati del Ministero della Salute, colpisce tra il 7% e il 12% delle neomamme in Italia ed esordisce generalmente tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita del figlio. Tuttavia, i sintomi sono diagnosticabili già durante la gravidanza.
“Esperienze come le visite domiciliari ("home visiting”) e le “dimissioni protette” delle mamme dopo il parto per garantire una presa in carico integrata da parte dei diversi servizi – sociali, sanitari e di sostegno psicologico - devono diventare la norma. È paradossale che in un Paese dove nascono sempre meno bambini non vengano ancora garantite le misure nazionali di sostegno e protezione per tutti gli aspetti, non solo clinici ma anche psico-sociali, relativi ai primi mille giorni di vita. È dunque urgente un’azione, che da tempo sollecitiamo, da parte del Ministero della Salute e delle Regioni per l’effettiva messa in pratica di tali misure”, ha concluso Raffaela Milano.
Con l’obiettivo di offrire supporto ai neogenitori prima, durante e dopo la gravidanza, dal 2012 abbiamo attivato il progetto Fiocchi in Ospedale, attualmente presente nei reparti materno-infantili di 10 ospedali italiani, a Bari, Milano, Napoli, Pescara, Roma, Sassari e Torino dove tra il 2012 e il 2017 siamo riusciti a raggiungere oltre 24 mila persone tra mamme, papà e familiari adulti e più di 17 mila bambine e bambini. In particolare, il progetto fornisce sostegno ai neogenitori per migliorare il benessere del nucleo familiare e interviene per prevenire casi di maltrattamento e abuso, per segnalare e affrontare situazioni di disagio sociale e socio-economico, per contribuire a migliorare le competenze e le reti di sostegno dei genitori e ridurre condizioni di isolamento e incertezza.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.
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