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Ucraina: un minore su 2 è ansioso e preoccupato per il proprio futuro

ragazzo ucraino con caregivers sullo sfondo

Dal 24 febbraio circa 7,7 milioni di rifugiati sono fuggiti dall'Ucraina per cercare sicurezza in altri Paesi europei, il 40% dei quali si stima siano minori. Molti di loro hanno assistito a eventi devastanti, sono stati costretti a fuggire dalle loro case e a lasciare i propri cari alle spalle.

Dalla nostra ricerca "Questa è la mia vita e non voglio sprecarne un anno: le esperienze e il benessere dei minori in fuga dall'Ucraina", emerge che la metà dei minori intervistati si sente più ansioso da quando è fuggito dall'Ucraina, cifra che sale al 78% per i ragazzi di età superiore ai 16 anni. 

La salute mentale dei minori rifugiati ucraini

L’analisi di ricerca si basa su sondaggi, focus group e discussioni con oltre 1.000 minori rifugiati e con i loro caregiver in otto Paesi europei: Finlandia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania e Svezia.

Tra i dati più importanti, viene notato che i minori rifugiati che hanno frequentato la scuola hanno meno probabilità di sentirsi soli, ma i tassi di iscrizione scolastica per gli adolescenti fuggiti dalla guerra in Ucraina preoccupano poiché rimangono bassi in Europa. Dalle testimonianze emerge che circa un terzo non ha frequentato la scuola prima delle vacanze estive e un quarto non aveva intenzione di iscriversi a un istituto locale nell'anno scolastico 2022-2023.

Il rapporto mostra che la lingua è un chiaro ostacolo alla creazione di amicizie locali, come spiega Ana, 15 anni, fuggita in Romania dall'Ucraina: “Mi sento un po' a disagio qui. Non ho i miei amici e i miei compagni di classe. La maggior parte delle persone della mia età non parla inglese, quindi non riesco davvero a comunicare con loro. Ho pochi amici, sono ucraini che ho conosciuto qui”.

come sentirsi a casa

Più della metà dei bambini, bambine e adolescenti intervistati, crede che la loro situazione potrebbe migliorare grazie a:

  • Presenza di amici della comunità ospitante, per il 57%
  • Opportunità di praticare sport o hobby, per il 56%
  • Apprendimento della lingua locale, per il 54%

Per sentirsi a casa, le ragazze e i ragazzi pensano che servirebbe imparare la lingua, avere degli amici, essere a scuola con altri studenti, avere l’opportunità di giocare e fare sport. Andriy, 13 anni, un rifugiato ucraino che ora vive in Lituania, traduce il dato con la sua esperienza: “Ho frequentato una scuola locale per due settimane, ma non c'erano molti insegnanti che parlassero russo, quindi sono tornato alla scuola online ucraina [...] Ho fatto amicizia con lituani in due campi estivi, sul campo di calcio e durante i nostri corsi di calcio".

La partecipazione dell’Italia alla ricerca

Nel nostro Paese sono stati distribuiti questionari a 52 persone giunte dall’Ucraina tra febbraio e maggio 2022: ragazzi tra i 12 e i 18 anni e i loro caregivers (genitori o genitori adottivi, per il 94% si trattava di madri). I tre grandi temi emersi dalle loro risposte riguardano gli ostacoli all’integrazione, l’impatto psicologico ed emotivo dello spostamento sui figli, cosa vedono come necessario per sentirsi a casa.

Per gli adulti vi sono ostacoli soprattutto nell’accesso al lavoro e alle cure mediche. Molti di loro ritengono che i figli siano più tristi di prima della fuga, presentando segni di nervosismo e lamentando incubi notturni. Imparare la lingua del Paese che li ospita potrebbe essere un modo per sentirsi a casa, pensiero comune ad oltre il 70% degli adulti. Per oltre la metà di loro è fondamentale trovare un lavoro e che i figli frequentino la scuola.

Le ragazze e i ragazzi che hanno risposto al questionario dichiarano di aver sperimentato nell’ultimo mese irrequietezza e momenti di rabbia, e, oltre un terzo, preoccupazione per il futuro e solitudine. 

Lo stress derivato dalla vivere una situazione di guerra ha gravi conseguenze sulla salute mentale degli adulti, e specialmente dei bambini. Leggi l'articolo su L’impatto della guerra in Ucraina sulla salute mentale dei bambini, in cui viene raccontata l'esperienza della psicologa Maria con i bambini ucraini. 

Il nostro intervento 

Il desiderio delle bambine, dei bambini e di chi si prende cura di loro è quello di tornare in Ucraina, ma è improbabile che ciò accada presto. Per questo, invitiamo i governi ad aumentare gli sforzi per abbattere le barriere che impediscono a bambine, bambini e adolescenti di frequentare le scuole e per garantire che i minori ucraini possano godere appieno dei diritti alla protezione, alla salute e all'istruzione e crescere sereni nei Paesi ospitanti.
Dall'escalation del conflitto nel febbraio 2022, abbiamo intensificato la risposta in Ucraina e in tutta Europa, sostenendo i minori rifugiati e le loro famiglie attraverso attività come supporto psicosociale, spazi a misura di minore e assistenza per aiutare i più piccoli e le loro famiglie a reinsediarsi e ad accedere ai servizi di cui hanno bisogno.

Dal 24 febbraio 2022 abbiamo intensificato i nostri interventi e aiuti per bambini e famiglie, raggiungendo oltre 800mila persone: primi soccorsi, protezione per i minori, accoglienza e non solo.  In questo articolo puoi approfondire l'argomento: Un anno di guerra in Ucraina: gli aiuti a bambini e famiglie

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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