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Appello globale: 100 milioni di dollari per proteggere i bambini dalla pandemia

Primo piano bambina asiatica con mascherina bianca in volto

La pandemia globale di coronavirus minaccia di devastare la salute e l'istruzione dei bambini e di causare bisogni di protezione senza precedenti. Si stima che circa 1,5 miliardi di bambini e studenti siano fuori dalla scuola, e le possibilità di ritorno diminuiscono in modo proporzionale all’aumentare dei giorni di chiusura. Nelle aree più povere del mondo, questo pericolo latente porta a un ulteriore peggioramento della situazione e rischia di spingere i bambini al lavoro minorile e le ragazze ai matrimoni precoci. 

I minori che si trovano soli corrono maggiori rischi per la loro protezione, così come quelli che subiscono violenze domestiche e abusi sono obbligati ad affrontare lunghi periodo nelle case, senza poter accedere a servizi di aiuto che sono ridotti al minimo.  

Nessun bambino deve restare indietro a causa dell’emergenza Coronavirus: aiutaci a non lasciarli soli!

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La diffusione della pandemia nel mondo

Fin dalle prime fasi di diffusione di questa pandemia, la nostra Organizzazione ha risposto ai bisogni delle comunità nei paesi colpiti dall'epidemia di COVID-19, tra cui la Cina, gli Stati Uniti e tutta l’Europa. Ora che il contagio sta avanzando rapidamente nei paesi più poveri, si stima che entro questa settimana si dovrebbero toccare 10.000 nuovi casi in Africa e che una mancata azione nei Paesi dell'Asia meridionale e dell'Africa sub-sahariana potrebbe portare alla morte di tre milioni di persone.

Per contrastare questo terribile scenario, abbiamo deciso di lanciare a livello internazionale il più grande appello della nostra storia centenaria, con l’obiettivo di raccogliere 100 milioni di dollari per mettere al sicuro i bambini e le loro famiglie durante la minaccia più grave dei tempi moderni alla salute e alla sicurezza globale.
 

Con i fondi raccolti rafforzeremo i nostri programmi in Italia e nel mondo, in modo che possano resistere all'impatto del virus e proteggere i bambini più vulnerabili, attraverso un sostegno crescente ai sistemi sanitari nazionali, il supporto alle famiglie che affrontano la perdita di guadagni causata dalle misure di isolamento, la garanzia che i bambini possano continuare a studiare e il sostegno ai minori non accompagnati.

Il nostro intervento in Italia

Circa un mese fa, in Italia, abbiamo lanciato il programma “Non da soli”, un intervento per sostenere i minori e le famiglie più fragili che sono colpite dall’aggravarsi delle condizioni economiche in seguito al lockdown. Con questo programma abbiamo già raggiunto oltre 20.000 persone in difficoltà

La crisi economica provocata dal Covid-19 rischia di portare a un drammatico aumento del numero di minori in povertà assoluta, che in Italia sono già 1,2 milioni, una cifra più che triplicata in dieci anni dalla crisi del 2008 (passando dal 3,7% al 12,5% del 2018). Più di 1 famiglia su 4 si trova già in una condizione di insicurezza finanziaria e rischia di cadere in povertà se per tre mesi consecutivi dovesse rimanere senza una fonte di reddito. Un impatto economico al quale si aggiungono le conseguenze dal punto di vista educativo, in particolare sui bambini e sugli adolescenti dei contesti più svantaggiati i quali, con la chiusura delle scuole e le difficoltà di accedere alla didattica a distanza, rischiano di rimanere isolati, di fare passi indietro nell’apprendimento e di vedere aumentare il peso delle disuguaglianze educative.  

Il nostro intervento nel mondo per contrastare il coronavirus

A partire dalle scorse settimane abbiamo intensificato i nostri sforzi, rafforzando i programmi già attivi a livello internazionale e ormai colpiti dalla pandemia. In tutto il mondo, lavoriamo con mezzo milione di operatori sanitari in 44 paesi per fornire servizi sanitari vitali: in questo momento stiamo lavorando per supportarli nel riconoscere i sintomi (e prevenire tempestivamente il contagio da COVID-19) e puntiamo a formarne altri 100.000 nei prossimi sei mesi. 

Lavoreremo con le comunità locali per assicurare formazione e dispositivi di protezione in modo che le misure di prevenzione possano essere accelerate e che i casi possano essere identificati in anticipo, indirizzati per il trattamento e isolati. Ad esempio, nei campi profughi dei Rohingya, nelle comunità ospitanti e in altri distretti del Bangladesh, stiamo distribuendo forniture salvavita agli operatori sanitari, ripristinando le strutture igieniche, assicurando sostegno concreto alle famiglie a basso reddito e informando le famiglie su come proteggersi dal virus. In Yemen stiamo lavorando con le comunità per sensibilizzare sulle misure di prevenzione come l’igiene e il lavaggio delle mani. 

La pandemia come crisi globale

Nessuno sarà al sicuro finché tutti non saranno al sicuro e questa crisi ci metterà alla prova come mai prima d’ora. Stiamo assistendo a come l'epidemia di COVID-19 ha stravolto le vite delle persone nei nostri Paesi e all'estero. La pandemia si sta ora diffondendo nei Paesi più poveri del mondo, paralizzando ulteriormente i fragili sistemi sanitari. Qui i bambini sono ulteriormente in pericolo perché già sottoposti a terapie salvavita per la malaria, la polmonite e la malnutrizione. Molti minori rimarranno senza nessuno che si prenda cura di loro, fuori dalla scuola e in pericolo. Abbiamo solo poche settimane per agire rapidamente e proprio dalla rapidità dell’azione dipenderà quante vite si potranno salvare.


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